Sovraffollamento e penuria di polizia penitenziaria: anche a Siena problemi nelle carceri

I numeri dei detenuti continuano ad aumentare e all'orizzonte non ci sono concrete soluzioni alternative al sistema vigente

Di Redazione | 18 Febbraio 2022 alle 20:40

41 detenuti in più dei posti regolamentari e 48 agenti della polizia penitenziaria in meno del personale previsto. E’ questa la situazione complessiva nelle carceri di Santo Spirito a Siena e a Ranza a San Gimignano. I dati sono in linea con quelli nazionali e regionali, ed evidenziano ancora una volta la forte crisi del sistema penitenziario italiano. La pandemia da covid-19, ovviamente, non ha aiutato. “Il sovraffollamento è una realtà che ormai difficilmente modificabile – afferma il Garante dei detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani – Abbiamo una situazione gravata dal Covid per il fatto che dovendosi trovare degli spazi destinati ai contagiati si riducono gli spazi per gli altri”

La questione del sovraffollamento non è sicuramente una novità. Nonostante questo i numeri dei detenuti continuano ad aumentare e all’orizzonte non ci sono concrete soluzioni alternative al sistema vigente. “Come si fa a ridurre il numero dei detenuti? Creando le condizioni per un recupero costante e progressivo che consenta, dopo un certo periodo di detenzione, di restituirli alla società almeno migliori” dice Fanfani.

Il carcere più grande in provincia di Siena, quello di San Gimignano, conta 275 detenuti a fronte di 235 posti regolamentari. Gli agenti di polizia penitenziaria sono di 38 unità inferiori al numero previsto. In più il penitenziario soffre di un altra problematica legata alla collocazione geografica. “A Ranza i detenuti hanno una grossa difficoltà, perché il carcere non è raggiungibile con i mezzi pubblici – spiega la Garante dei detenuti del carcere di Ranza Sofia Ciuffoletti – Questa impossibilità di raggiungimento fa sì che sia un carcere-isola, che non ha costruito il tessuto comunitario che dovrebbe stare intorno a un carcere. Un carcere che è fuori dalla comunità è un carcere ancor più afflittivo e ancor meno dignitoso”.



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