Storie di contenitori inutilizzati, il Palazzo delle Papesse

Di Redazione | 25 Luglio 2018 alle 23:28

Storie di contenitori inutilizzati, il Palazzo delle Papesse

Per anni è stato punto di riferimento per l’arte contemporanea di tutta Italia, adesso il Palazzo cade in parziale abbandono da circa dieci anni

Prosegue il viaggio tra i contenitori inutilizzati presenti nel nostro centro storico. Questa volta è il turno del Palazzo delle Papesse, costruito per volere di Caterina Piccolomini sorella di Papa Pio II tra il 1460-1495.

Nel 1633, si aggira e insegna nelle sue stanze Galileo Galilei, che fu ospite dal luglio al dicembre dell’arcivescovo Ascanio II Piccolomini. Dall’altana del Palazzo collocata sul tetto dell’edificio, il fisico effettuò le prime osservazioni della luna. E già questo dà al complesso delle Papesse un’importanza particolare.

Secoli dopo, nel 1884, il palazzo passa alla Banca d’Italia che adatta la struttura alle proprie esigenze. Alla fine dello scorso secolo, dopo nuove restaurazioni, nel 1998 il Palazzo si trasforma in un importante centro di arte contemporanea. All’interno del Museo, rinomato e apprezzato in tutto il mondo, trovano posto anche l’Accademia per le arti, Scienze multimediali ARSNOVA e Radio papesse, grazie a un progetto di collaborazione con la rete toscana di arte contemporanea

Il Museo per un decennio presenta mostre e installazioni di grande pregio artistico e addirittura precorre i tempi rispetto a molte città d’arte italiane. Per fare un esempio, nel gennaio del 2018 Sergio Risaliti diventa nuovo direttore del Museo del Novecento a Firenze nel quadro di un sempre più costante impegno della città nell’ambito dell’arte contemporanea. Proprio quel Risaliti che il sito arttribune.com tratteggia così in un suo articolo: “Una tipologia di intervento (quello sul Museo del Novecento) che Risaliti ha già sperimentato a Siena vent’anni fa, con la progettazione del Centro Arte Contemporanea di Siena di Palazzo delle Papesse, di cui ha diretto il piano culturale curando oltre 40 mostre, convegni ed eventi fino al 2002”. E ancora arttribune.com prosegue spiegando che: “Sergio Risaliti non è nuovo a questo modello. Ciò che gli sta riuscendo sorprendentemente a Firenze oggi, è stato sperimentato vent’anni fa poco più a sud: a Siena”.

Insomma già nei primissimi anni duemila Siena, grazie al complesso museale, riusciva a tenere testa a grandi città e poli artistici molto più importanti e imponenti.

Nel 2008, a soli dieci anni di distanza dall’avvio del centro artistico e culturale, il Museo delle Papesse chiude i battenti tornando in proprietà alla Banca d’Italia che successivamente lo mette in vendita, con le collezioni esposte al suo interno, spostate nel grande complesso del Santa Maria della Scala.

A distanza di un decennio il complesso delle Papesse rimane inutilizzato, senza nessun progetto pronto a farlo rinascere.

Il recente passato da importante Museo di arte contemporanea, le pareti che secoli fa udirono gli insegnamenti di Galileo Galilei e la bellezza dell’opera architettonica in sé, fanno di questo grande contenitore inutilizzato il simbolo di una Siena che a suo tempo non seppe cogliere i frutti del proprio sviluppo.

Un futuro altrettanto importante rimane, purtroppo, ancora da scrivere.

 

Andrea Mari



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