Tartufo bianco e cambiamento climatico, Valdambrini: “Serve agire ora o scomparirà”

Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Italiana Tartufai: "La stagione è migliore rispetto all’anno scorso, è iniziata abbastanza bene. Quello che manca adesso sono però le piogge autunnali"

Di Redazione | 23 Ottobre 2025 alle 18:00

La stagione del tartufo bianco entra nel vivo e i tartufai del territorio, tra previsioni e prime uscite, iniziano a valutare da vicino qualità e quantità del raccolto. La speranza è che l’annata sia più generosa della precedente, anche se non mancano le incognite.

Come da tradizione, a San Giovanni d’Asso si terrà la Mostra Mercato del Tartufo Bianco, con appuntamenti previsti per l’8 e 9 novembre e poi per il 14, 15 e 16 dello stesso mese. Grande novità di quest’anno sarà un incontro tra i tartufai spagnoli, francesi e italiani, con l’obiettivo di avviare un dialogo comune sulle prospettive del settore.

“La stagione – spiega Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi – è migliore rispetto all’anno scorso, è iniziata abbastanza bene. Quello che manca adesso sono però le piogge autunnali: il clima è troppo secco in questi giorni e non ci sono le condizioni ottimali per la crescita del tartufo”.

Valdambrini sottolinea come l’estate non sia stata particolarmente calda e come alcuni temporali sparsi abbiano portato un po’ di sollievo, ma “in questi primi giorni di ottobre si registrano segnali negativi. Ci stiamo facendo prendere un po’ dal pessimismo – ammette – perché mancano i ritrovamenti, e di conseguenza anche la quantità e la qualità non sono ancora soddisfacenti”.

Nonostante le preoccupazioni, il presidente mantiene un cauto ottimismo: “La mia previsione, e spero di non essere smentito, è comunque di una stagione migliore rispetto all’anno scorso. Anche i prezzi, per ora, non sono partiti altissimi: si attestano su una media di 2.900-3.000 euro al chilo”.

L’incontro internazionale previsto durante la Mostra Mercato sarà anche l’occasione per discutere di un progetto ambizioso: “La loro esperienza – racconta Valdambrini – riguarda soprattutto il tartufo nero, molto diffuso in Spagna e Francia. Ma noi siamo convinti che si possa iniziare a parlare anche di coltivazioni di tartufo bianco. L’obiettivo dell’incontro è creare il GET – Gruppo Europeo del Tartufo, un’associazione a livello europeo per confrontarsi e discutere dei problemi che affliggono questo settore”.

Tra questi, il principale resta il cambiamento climatico, che incide pesantemente sulla produzione: “Di anno in anno la quantità di tartufo raccolta diminuisce. Se non si interviene con lavorazioni specifiche e vere e proprie coltivazioni, rischiamo di non poter più parlare di tartufo bianco. Sarebbe un peccato – conclude Valdambrini – perché il tartufo bianco è il valore aggiunto di questo territorio e dell’intero patrimonio italiano”.



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