“Verso il territorio senese mi sento particolarmente coinvolto e garantirò una rappresentanza forte, anche se non direttamente in Giunta”. Con queste parole il presidente Eugenio Giani ha commentato, al termine della prima seduta del nuovo Consiglio regionale, la composizione della Giunta della XII legislatura, segnata dall’esclusione del senese Simone Bezzini, tra gli assessori uscenti più apprezzati e sostenuto con forza da parte del Partito Democratico senese.
Una scelta che ha lasciato strascichi politici e un evidente malumore nel Pd locale di Siena, dove in molti parlano di una “mancanza di rispetto” verso un territorio che, alle ultime elezioni, ha garantito a Giani e al centrosinistra un risultato tra i più alti della Toscana. Bezzini, con oltre 12 mila preferenze personali nel solo collegio senese, era considerato in pole per la riconferma, ma il suo nome è stato bocciato dalla segreteria regionale del Pd, guidata da Emiliano Fossi con il sostegno della vicesegretaria Stefania Lio (originaria di Pienza e espressione del territorio senese) e dal parlamentare Marco Furfaro, al termine di un lungo e teso confronto con lo stesso Giani.
Il governatore non ha nascosto la propria vicinanza al territorio e all’ex assessore alla Sanità: “È indubbio che se si ragiona con i rapporti fra i territori, noi abbiamo otto assessori e dieci province, e conseguentemente vi sono inevitabilmente territori meno rappresentati. Laddove non vi è una rappresentanza territoriale – ha spiegato Giani – sarà importante il mio ruolo. Mi sento particolarmente coinvolto per garantire al territorio senese una presenza effettiva, e con Simone Bezzini continueremo a lavorare molto insieme”.
Giani ha poi voluto ridimensionare il peso politico dell’esclusione, sottolineando come il lavoro del Consiglio regionale possa offrire comunque spazio e visibilità ai territori: “Non dobbiamo vedere gli assessori così distanti dai consiglieri – ha aggiunto –. In Regione tutti hanno le condizioni per dedicarsi a tempo pieno al proprio impegno. Spesso conta più un presidente di commissione che un assessore, e io agevolerò questa rappresentanza attraverso tutto il Consiglio, proprio in una città così importante come Siena”.
Parole che mirano a rassicurare una parte del Pd toscano che vive con amarezza la mancata presenza senese nella nuova squadra di governo regionale. Un segnale politico chiaro, però, resta: il rapporto fra Giani e la segreteria del partito appare teso, e la vicenda Bezzini ne è la manifestazione più evidente.