Il Palio di Siena si arrende ancora una volta al maltempo. Con il rinvio della Carriera del 2 luglio 2025, sono ora tre i Palii consecutivamente posticipati, contando entrambi quelli del 2024. Un evento senza precedenti nella storia recente della Festa, che riporta la mente indietro di 155 anni, quando – tra il 1869 e il 1870 – si registrarono tre spostamenti consecutivi, seppur allora per motivi diversi: in particolare per la coincidenza con la domenica e non solo per cause meteo. A luglio del 1869 si corse il 4 invece che il 2, ad Agosto dello stesso anno si corse il 17 e a luglio del 1870 invece si corse il 3. Curiose analogie, se davvero oggi si dovesse correre il Palio e se tutto dovesse andare liscio. 155 anni fa a vincere fu il Bruco, ma, parallelismi e scaramanzie a parte, quello di quest’anno è un altro Palio con un presente che racconta un’altra storia. Perché la storia non si ripete mai davvero: oggi le ragioni dei rinvii non sono più convenzioni o calendari, ma un clima che cambia e che non fa sconti a nessuno, neanche alla tradizione secolare più radicata della storia. Il rinvio deciso ieri, ufficializzato con l’esposizione della bandiera verde dalle trifore di Palazzo Pubblico, è l’ennesima conseguenza diretta di un’estate sempre più instabile e imprevedibile, che conferma quanto il cambiamento climatico stia incidendo anche sulle tradizioni più antiche.
“È il terzo Palio consecutivo condizionato dal maltempo, forse qualche riflessione sul climate change andrebbe fatta”, ha commentato anche Roberto Di Pietra, Rettore dell’Università di Siena, ai microfoni di Siena TV, durante l’attesa della decisione ufficiale sul rinvio della Carriera del 2 luglio.
Le parole del Rettore riecheggiano con forza. Il Palio, simbolo per eccellenza della ciclicità del tempo, sembra oggi piegarsi a una nuova e meno rassicurante ciclicità: quella dei fenomeni estremi, delle piogge improvvise, delle decisioni rinviate di ora in ora in attesa di un cielo più clemente.