Truffa dei diamanti, Signorini: "In cinque anni ricevuti 1400 esposti"

Il direttore generale della Banca d'Italia sentito oggi davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Di Redazione | 8 Febbraio 2022 alle 19:56

Truffa dei diamanti, Signorini: "In cinque anni ricevuti 1400 esposti"

Una cascata di diamanti, sembra il titolo di un film di 007 invece è quello di un pezzo di cronaca finanziaria del nostro paese e in parte anche di Siena.

I diamanti della Diamond Private Investment che nel 2015 sponsorizzarono anche la Mens Sana Basket, sono finiti in tribunale o meglio chi ha venduto i preziosi a ignari clienti.

Erano le banche che consigliavano ai clienti di investire in acquisto di diamanti, presso i propri sportelli, da società terze specializzate. Ci sono voluti tre anni di indagini per venire a capo della maxi truffa da parte della procura di Milano che ha chiesto il processo per 105 persone fisiche e cinque società.

Il 21 gennaio il Gup milanese  Manuela Scudieri, ha distribuito sul territorio per varie competenze le udienze tra Milano, Verona, Roma e Siena. Ma oggi si è parlato di diamanti, di quei diamanti anche a Roma dove, davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, è stato sentito il direttore della banca d’Italia Luigi Signorini.

“Tra il gennaio del 2017 e il gennaio del 2022 la Banca d’Italia ha ricevuto circa 1400 esposti da privati concernenti la vendita dei diamanti, con una concentrazione nel biennio 2018-2019. Gli intermediari più interessati dagli esposti sono risultati Banco Bpm (79,5%), Mps (9,3%) e Unicredit (6,8%)”. E’ quanto ha spiegato il direttore generale della Banca d’Italia nel corso dell’audizione.

Signorini ha ricordato come il procedimento dell’Agcm, concluso nell’ottobre 2017, portò all’irrogazione di significative sanzioni pecuniarie: 4 milioni per Unicredit; 3,35 milioni per Banco Bpm; 3 milioni per Banca Intesa; 2 milioni per Banca Mps. Furono sanzionate anche le due società operanti nel commercio di diamanti (IDB per 2 milioni e DPI 1 milione).

L’Antitrust ritenne gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti; ritenne inoltre che sussistessero responsabilità anche in capo agli istituti di credito con i quali le società operavano.



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