Siena, è mezzogiorno di un mercoledì di metà luglio. È caldo ma ci sono molti turisti in giro per le vie del centro storico e in Piazza del Campo. Pochi pacchetti in mano nonostante i saldi estivi; solo qualche studente rimasto per dare gli ultimi esami ha fatto una scappata al mercato.
I turisti spendono in acquisti? Meno di prima perché i soldi, i pochi che ci sono, si usano per il benessere della persona.
“Sono cambiati i consumi. Da una parte gli acquisti fatti online, dall’altra i nuovi desideri tutti rivolti al benessere della persona”, ha spiegato Marco Tansini, noto commerciante del centro cittadino.
Cambiano i consumi ma anche le abitudini. Un tempo spedire una cartolina dal posto di vacanza era quasi un obbligo; oggi si preferiscono le calamite da attaccare al frigorifero per ricordare ogni posto che abbiamo visitato: “I francobolli costano molto più di una cartolina – ci spiegano in un negozio di souvenir – e poi oggi vanno di moda le calamite, se ne vendono tantissime”.
E il cibo? I ristoranti sembrano pieni, sia quelli di fascia media che quelli di fascia alta, anche se tanti preferiscono un panino al volo seduti dove capita oppure un morso a una pizza al taglio in piedi accanto alla Torre del Mangia. Poi ci sono i prodotti agro-alimentari di nicchia: “In questo momento in particolare il flusso è calato almeno del quaranta per cento – ci dice il tartufaio vicino a Piazza del Campo – ma è abbastanza normale per una città d’arte avere meno giro con il caldo estivo”.