Un uomo ubriaco, un coltello in mano e il panico che si diffonde tra i residenti. È bastata una segnalazione nella notte tra sabato e domenica per far intervenire d’urgenza i carabinieri in via Remedi, ad Abbadia San Salvatore.
Il protagonista, un trentaduenne di origini rumene, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dopo aver minacciato i militari e aver ferito uno di loro nella colluttazione che ne è seguita.
Secondo quanto ricostruito questa mattina in Tribunale a Siena davanti al giudice Simone Spina, tutto è iniziato quando alcuni abitanti della zona hanno segnalato la presenza di un uomo che si aggirava brandendo un grande coltello, poi risultato avere una lama di venti centimetri. Quattro carabinieri della tenenza di Abbadia sono arrivati in pochi minuti: hanno trovato il giovane, ubriaco e in evidente stato di agitazione.
Quando hanno tentato di fermarlo e disarmarlo, ha reagito con violenza, minacciando più volte i militari – “Vi ammazzo”, avrebbe gridato – e ferendo uno di loro durante la colluttazione: il carabiniere è stato poi giudicato guaribile in quattro giorni. Solo l’uso dello spray al peperoncino ha permesso alle forze dell’ordine di bloccarlo e arrestarlo.
In aula, il rumeno – attualmente disoccupato – ha provato a spiegare la sua versione: la serata, la festa con la compagna e tante persone presenti, l’abuso di alcol, la memoria che svanisce. Non ha saputo dire perché si trovasse in strada armato. Davanti al giudice si è commosso, ha chiesto clemenza e promesso di voler cambiare vita, di desiderare un futuro con la compagna e avere un figlio.
Il passato dell’uomo, tuttavia, pesa: tre anni fa aveva patteggiato una condanna per tentato omicidio ai danni di un connazionale. Un dettaglio che il giudice Spina non ha trascurato nella decisione di convalidare l’arresto anche se ha scelto una misura cautelare non detentiva: obbligo di dimora ad Abbadia San Salvatore, divieto di allontanarsi dal comune e il dovere di restare in casa dalle 22 alle 6. Il provvedimento resterà in vigore almeno fino al prossimo 4 ottobre 2026, in attesa della sentenza che al momento è prevista per il prossimo 14 ottobre.
Il vice procuratore onorario Alberto Bancalà aveva richiesto la custodia in carcere, mentre la difesa d’ufficio – rappresentata dall’avvocato Marco Pastore, in attesa della nomina dell’avvocato di fiducia Roberta Patelli – ha sostenuto la scelta di una misura meno restrittiva. I reati contestati sono resistenza e minacce a pubblico ufficiale, lesioni personali e porto d’armi atti ad offendere.
Andrea Bianchi Sugarelli