Ucraina e solidarietà, Monaci (Siena Ideale): "Aiuto su tre livelli: lingua, cultura e contesto socio-economico"

"Serve una mappatura dei profughi arrivati sul nostro territorio"

Di Redazione | 7 Aprile 2022 alle 19:30

Ucraina e solidarietà, Monaci (Siena Ideale): "Aiuto su tre livelli: lingua, cultura e contesto socio-economico"

“Viviamo solo di selfie ma la solidarietà non è fatta di foto”. Non usa mezzi termini il presidente di Siena Ideale Alfredo Monaci. La sua associazione lo scorso 9 di marzo si è resa protagonista di un progetto di solidarietà che ha portato aiuti direttamente in Ucraina a Ternopil. Adesso però è tempo di intraprendere la seconda fase, ovvero sostenere gli ucraini che sono arrivati sul nostro territorio.

“Questa è una fase informativa – dice Monaci – perchè noi conosciamo gli amici ucraini che sono arrivati a Siena tramite le varie istituzioni che li hanno accolti, ma non abbiamo la mappatura di tutte quelle famiglie che hanno con generosità aperto le loro case ai profughi. E questo è quello che bisogna fare adesso, anche per supportare queste famiglie”.

Le azioni da compiere sono tre: capire quali sono i loro interessi, inserirli nel mondo del lavoro o dello studio e, soprattutto, insegnare loro la lingua italiana. Per quest’ultimo punto si è messa a disposizione l’Università per Stranieri di Siena con lezioni sia in presenza che online.

“Noi offriamo corsi di italiano su vari livelli – aggiunge Anna Di Toro docente di lingue e letteratura della Cina dell’UniStraSi – sia in presenza che online, in modo da aiutare anche tutte le persone che non sono a Siena, perchè sappiamo che molte sono distribuite fuori città. Dalla prossima settimana poi partirà anche uno sportello di assistenza a distanza per le scuole che inseriscono bambini o ragazzi ucraini, uno sportello linguistico con nostri tirocinanti”.

Molte imprese del territorio si sono già interessate alla vicenda. Presente all’incontro di oggi anche il direttore di Confesercenti Siena Walter Fucecchi.

“Quello che vogliamo riuscire ad avere – spiega – è magari un database delle competenze che hanno queste persone e poi potremo veicolare le eventuali disponibilità a tutte le nostre aziende, che sono oltre 2500 su tutto il territorio provinciale”.



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