La comunità accademica dell’Università per Stranieri di Siena accoglie con commozione e sollievo la notizia dell’avvenuto trasferimento da Gaza di Aya Ashour, giovane studiosa palestinese formalmente invitata nel 2024 come Visiting researcher. Dopo mesi di attesa, la ricercatrice arriverà nei prossimi giorni a Siena per proseguire il proprio lavoro accademico, che intreccia gli studi di genere e il diritto internazionale.
Ashour sta lavorando a una tesi dal titolo “Il ruolo delle donne nella sicurezza e nella pace secondo la Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza: la Palestina come caso di studio”, e il suo approdo in Italia rappresenta non solo una tappa fondamentale nel suo percorso di ricerca, ma anche un segno concreto di vicinanza e solidarietà da parte del mondo universitario.

A rendere nota la notizia è stato il Rettore Tomaso Montanari, che in un comunicato ufficiale ha espresso la gioia dell’intera comunità universitaria e ha ringraziato con forza le istituzioni che hanno reso possibile l’operazione: “Siamo profondamente grati al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla Ministra dell’Università Anna Maria Bernini, alla Diplomazia italiana e all’Unità di Crisi della Farnesina. È stato un lavoro lungo, complicato, rischioso”.
Il Rettore non ha nascosto la gravità del contesto da cui Ashour proviene:
“Sappiamo quanto sia terribile la situazione a Gaza, dove sembra non valere più alcuna regola del diritto internazionale. È in corso un genocidio, le cose vanno chiamate con il loro nome”.
Montanari ha richiamato le parole della Società Mondiale di Studi sul Genocidio, che ha riconosciuto nella distruzione sistematica della cultura palestinese uno degli elementi essenziali del crimine: “Genocidio vuol dire anche cancellare l’identità di un popolo. Per questo vengono distrutti siti culturali, biblioteche, università. Salvare le persone significa anche salvare quella cultura”.
L’Università per Stranieri si è impegnata attivamente per garantire l’arrivo della ricercatrice: “Siamo una piccola università, ma ci abbiamo creduto fortemente, con un sostegno economico e soprattutto politico – ha dichiarato il Rettore -. Ci siamo spesi senza tregua per mesi”.
L’arrivo di Aya Ashour a Siena rappresenta un piccolo ma potente atto di resistenza culturale e umanitaria.
“Aya potrà dare ancora più forza alla voce del popolo palestinese, alla sua autodeterminazione, alla sua libertà. Non vediamo l’ora di abbracciarla qui a Siena”, conclude Montanari.