Università di Siena, nel 2023-2024 si registrano 57 immatricolazioni in meno

I dati del Ministero: all’Università di Siena risultano immatricolati 2.208 studenti, 57 in meno rispetto all’annata  precedente. La riflessione di Enzo Martinelli

Di Redazione | 2 Aprile 2024 alle 8:30

Università di Siena, nel 2023-2024 si registrano 57 immatricolazioni in meno

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato le tabelle degli studenti immatricolati per l’anno accademico 2023/2024, alla data del 24 marzo.

A livello nazionale gli studenti che intendono proseguire gli studi nelle aule universitarie o con gli atenei telematici sono sostanzialmente stabili nell’ultimo triennio. Quest’anno i giovani immatricolati sono 323.715 (141.997 maschi e 181.718 femmine), ovvero circa 600 in più dello scorso anno e più di 10.000 rispetto all’annata 2021/2022. All’Università di Siena risultano immatricolati 2.208 studenti, 57 in meno rispetto all’annata  precedente. Il segno negativo è aggravato dagli esiti tutti positivi registrati dagli atenei che operano nei territori confinanti con la provincia senese. Gli immatricolati di Firenze sono 10.516 (+297). Pisa ha raggiunto la cifra di 7.035 unità (+184) e si  conferma grande ateneo. A Perugia i nuovi arrivati sono 6.042 (+81) e perfino l’Università della Tuscia ha incrementato di venti studenti il proprio patrimonio studentesco con 1.505 nuovi arrivi.

“Il calo demografico, l’apertura di nuove sedi universitarie e il lento ma costante sviluppo delle università telematiche, fanno prevedere in futuro molte difficoltà a mantenere le posizioni anche a storici atenei come quello senese. Sono previste nel centro-sud d’Italia riduzioni medie di studenti dal 16 al 30 per cento – è l’analisi di Enzo Martinelli, direttore Generale MIUR a riposo e già consigliere comunale a Siena – l’attrattività di ogni “studio” dipende da due strutturali fattori: la qualità dell’offerta formativa e il supporto dei servizi agli studenti. Pertanto a Siena per battere la concorrenza  l’autonomia accademica dovrà  cimentarsi, senza ulteriori indugi, a rivisitare e aggiornare i corsi, finora aumentati in presenza dello stesso numero di docenti. Le altre istituzioni – prosegue – dovranno garantire efficaci servizi per gli studenti. Finora su questo terreno la politica, che in passato aveva dato buoni risultati ha fallito, come dimostra la riduzione dei servizi di mensa e dei posti letto negli studentati. La Regione latita con l’Azienda regionale per il diritto allo studio. Comune e Provincia fanno accordi per costruire nuove aule per le secondarie in tempi di forte calo demografico e non annunciano urgenti e tempestivi programmi per favorire i servizi universitari.  Attenzione – conclude – perché il futuro è dietro l’angolo e non attende la fine delle liti tra galli come ai tempi descritti dal Manzoni. I numeri sopra riportati sono un bel campanello di allarme per chi sa leggere la realtà”.

 



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