Pienza si prepara a immergersi nelle atmosfere del Rinascimento con “La Corsa di Pio”, la storica rievocazione che da venerdì 19 a domenica 21 settembre animerà il borgo valdorciano con cortei, spettacoli, appuntamenti culturali e gastronomici. Un’edizione che si arricchisce quest’anno di una giornata in più, nel segno della memoria storica e della comunità.
“Questo week-end – spiega Roberta Rondini, presidente della Pro Loco Pienza Dario Formichi APS – celebreremo la fondazione della città con un programma intenso e variegato. Si parte venerdì pomeriggio alle 16.30 con la presentazione al Palazzo Borgia della cuspide di Pietro Lorenzetti recentemente acquisita dal Comune. Seguiranno approfondimenti storici e culturali nella sala del Consiglio comunale, per poi dare spazio alla convivialità con un banchetto rinascimentale”.
Il sabato sarà dedicato al torneo di bandiere, organizzato dal gruppo dei musici e sbandieratori di Pienza, con la partecipazione di compagnie provenienti da San Quirico d’Orcia, Torrita di Siena e Giove (Terni). “Per la prima volta – aggiunge Rondini – avremo anche un vero e proprio corteo rinascimentale, grazie ai nuovi costumi acquistati quest’anno. La giornata proseguirà con cene e spettacoli di acrobazia, che torneranno anche domenica”.
Domenica, come da tradizione, sarà il momento clou con la Corsa di Pio, gara podistica aperta a tutte le fasce d’età, dai bambini agli adulti, uomini e donne, nelle vicinanze del centro storico.

Una rievocazione che affonda le sue radici nella storia della città e nel legame con Papa Pio II. Come ricorda Lidia D’Errico, consigliera della Pro Loco Pienza Dario Formichi APS: “Sappiamo dai Commentari di Papa Pio II che nel settembre del 1462 il pontefice, ritiratosi a Pienza per motivi di salute e per sfuggire alla peste ad Abbadia San Salvatore, colse l’occasione della festa di San Matteo per dare grande risalto alle celebrazioni. La città era in festa e non mancavano le corse: a cavallo, degli asini e a piedi. Anche oggi rinnoviamo questa tradizione, proponendo la corsa per categorie, ma invece dell’oca viva che veniva regalata all’epoca, consegniamo un’oca di coccio, simbolica e rappresentativa”.
Un tuffo nella memoria storica, dunque, che unisce passato e presente, riscoprendo il senso di comunità e il fascino senza tempo della città di Pio II.