Consiglio comunale di Siena, Lorenzo Loré (Forza Italia), con un’interrogazione presentata nel Consiglio comunale di oggi, ha chiesto informazioni sulla storia amministrativa del Campino d’Ovile.
“Nei mesi scorsi – ha ricordato il consigliere – il Comune ha alienato alcuni beni di sua proprietà mediante asta pubblica. Tra questi anche il Campino d’Ovile che ha suscitato forti critiche da parte di associazioni sportive e consiglieri di opposizione”. Loré ha poi sottolineato che “a tali procedure di vendita può partecipare chiunque e che quindi non è possibile condizionarne l’esito”, facendo presente che “l’Amministrazione ha già risposto alle richieste di chiarimenti avanzate dalle minoranze illustrando l’iter che ha portato alla cessione a terzi privati. Rimane, però, la necessità di capire se le precedenti amministrazioni abbiano inteso in qualche modo tutelare l’area interessata, o se invece abbiano avuto intenzione di cederlo tramite inserimento nel piano delle alienazioni”. Per questo motivo, Loré ha chiesto di “avere contezza del percorso amministrativo che negli anni ha avuto il Campino d’Ovile”.
L’impianto sportivo ha informato l’assessore al Patrimonio Luciano Fazzi “versava in stato di abbandono già nel 2008, come si può constatare dalla relazione portata all’attenzione della Giunta comunale il 27 ottobre dello stesso anno. E dove si raccomandava la chiusura urgente degli spogliatoi, delle utenze e la rimozione immediata delle porte e dei tabelloni da basket, la pulizia delle erbacce e di altri manufatti che potevano rivelarsi pericolosi”. L’immobile fu chiuso il 17 novembre 2008 e, successivamente, inserito nel piano triennale dei Lavori Pubblici 2009-2011 (annualità 2010), con un progetto preliminare approvato dalla Giunta il 31.1.2001 che prevedeva un intervento pari a 700mila euro. “Il progetto risulta non sia stato mai finanziato. Una porzione dell’area (mq. 2.800 su un totale di 5.380) fu oggetto di ricognizione da parte del Servizio Patrimonio ed inserito nel piano delle alienazioni per il 2017, approvato con delibera del Consiglio comunale il 16 maggio dello stesso anno”. Da riscontro ricevuto dal segretario regionale del MIBACT l’area non era da sottoporre a procedimenti di verifica sull’interesse culturale, quindi veniva inserita nei successivi piani di alienazione, l’ultimo approvato dal Consiglio comunale il 24 gennaio 2021 con una base d’asta di 70.200 euro.
“Successivamente – ha proseguito Fazzi – è stato pubblicato un Avviso di pubblico incanto con l’aggiudicazione alla Società le Fonti per un importo di 100.100 euro, e da recenti contatti risulta che la stessa società stia predisponendo un progetto di riqualificazione, ancora in fase preliminare, volto al recupero per lo svolgimento di attività sportiva”.
La porzione venduta è moco meno della metà di quella a suo tempo acquista dal Comune nel 1985, quindi, ha concluso l’assessore “la parte rimasta di proprietà può essere destinata a verde pubblico a servizio della cittadinanza, così da valorizzare ulteriormente la zona di Ovile”.
Lorenzo Loré nel ringraziare per la disamina puntuale svolta dall’assessore. Ha rimarcato il fatto che “il bene era stato già inserito nel piano di alienazione del Comune nel 2017, quindi le polemiche scaturite sono state esclusivamente strumentali”.