Alla vigilia della settimana decisiva per il voto sulla Riforma di Bilancio, il senatore senese Silvio Franceschelli esprime forte preoccupazione per i contenuti della manovra e per le sue ricadute economiche e sociali, sia a livello nazionale che locale.
Secondo Franceschelli, quella al voto in Parlamento è “una manovra povera, che non dà risposte al Paese”, incapace di sostenere la crescita e di affrontare le difficoltà di settori chiave come manifattura e agricoltura.
“Vengo da un territorio – sottolinea – in cui le grandi intuizioni sono nate dalle idee, non dalle risorse. Ma oggi molti agricoltori, soprattutto nel comparto cerealicolo, non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese”.
Il senatore evidenzia come la manovra lasci indietro anche i servizi essenziali, dai trasporti alla sanità, fino all’assistenza agli anziani. Una carenza di risorse che, a suo avviso, genera tensioni anche all’interno della maggioranza di governo: “La coperta è talmente corta che non riesce a soddisfare i bisogni dei territori, dalla Val d’Aosta alla Sicilia”.
Particolarmente critico il passaggio sul lavoro in provincia di Siena. Franceschelli riconosce l’importanza della tutela dei lavoratori, ma avverte: “Si stanno perdendo posti di lavoro a centinaia. Questo ci inquieta, perché le famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese”.
Una difficoltà che rischia di farsi sentire anche sul piano sociale, in vista delle festività natalizie: “Per molte famiglie fare un regalo diventa proibitivo. Così il Natale non sarà all’altezza delle aspettative di una festa che dovrebbe unire”.
Da qui l’appello a una maggiore progressività fiscale e a un principio di equità: “Chi ha di più deve aiutare chi ha di meno. Non si può pensare che alcuni possano godere di tutto mentre ad altri viene negata una vita dignitosa”.
Franceschelli interviene poi con decisione sul tema della salvaguardia delle aree interne e del paesaggio, collegandolo al dibattito sulla Transizione 5.0.
“Siamo favorevoli alla transizione energetica e alla decarbonizzazione – afferma – ma vogliamo essere protagonisti. Devono essere i territori, attraverso i sindaci, a decidere dove e come intervenire, non le compagnie energetiche in base al minor costo dei terreni”.
Un messaggio chiaro anche dal suo ruolo di amministratore locale: “La parte pubblica sa fare il proprio mestiere. Date ai sindaci la possibilità di programmare: saranno loro a rispondere ai cittadini. Non consegniamo paesaggi e territori alla speculazione che si nasconde dietro un presunto interesse collettivo“.
La posizione del senatore senese si inserisce così in un confronto politico che si preannuncia acceso, in una settimana cruciale per il futuro economico e sociale del Paese.