Violenza contro le donne, Doretti: "La stretta del governo è un importante passo avanti"

La responsabile della rete regionale toscana Codice Rosa commenta il pacchetto di interventi per contrastare i femminicidi. Dal braccialetto elettronico ai “tempi stretti” per i giudici

Di Redazione | 10 Giugno 2023 alle 14:35

Per Vittoria Doretti, responsabile della rete regionale toscana Codice Rosa (lo speciale percorso di accesso al pronto soccorso dedicato alle vittime di violenze ed abusi) e membro la stretta del governo contro la violenza sulle donne è un passo in avanti importante. Il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge con un ‘pacchetto’ di misure il cui filo conduttore, come ha spiegato la ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, è la prevenzione, “per interrompere il ciclo della violenza” e per “agire tempestivamente e efficacemente”, tanto che ci sarà la richiesta al Parlamento della procedura d’urgenza.

Sono state rafforzate le misure cautelari: il braccialetto elettronico, il distanziamento fissato a 500 metri e non solo dall’abitazione della vittima ma anche nei luoghi che abitualmente frequenta, l’ammonimento ed è previsto l’arresto in flagranza differita con la produzione di video e foto.
“Il braccialetto elettronico l’ho fortemente sostenuto già 10 anni fa: quando è partita la sperimentazione in Spagna, a Barcellona, grazie a questo erano azzerati certi tipi di femminicidi, in particolare quelli dell’ultimo incontro. Un indagato non sarà obbligato a metterlo, ma sarà un atto volontario, però, se non lo mette, in una fase successiva  quando sarà giudicato sarà tenuto in considerazione. Ed il giudice lo deve proporre, esattamente il contrario di quello che accade adesso. Se non lo propone, lo dovrà motivare. Ed io credo che questo sia un passaggio culturale molto importante”

Un provvedimento che mira a ridurre i tempi di tutte le fasi dei procedimenti. Sono infatti previsti 30 giorni per il pubblico ministero per poter valutare il rischio e decidere la necessità delle misure cautelari, e dall’altra parte 30 giorni perché il giudice possa poi metterle in atto.

Un provvedimento che arriva dopo l’uccisione della 29enne di Senago, Giulia Tramontano. Un femminicidio che ha colpito milioni di italiani.

“Un caso che ha scosso molto l’opinione pubblica, anche perchè ovviamente c’è stato l’omicidio del figlio che portava in grembo. E’ statisticamente provato che nella maggior parte dei casi, se già c’erano episodi di violenza, questi aumentano. Talora la violenza da parte del partner nasce durante la gravidanza e c’è anche un’estrema solitudine per la donna in quel momento. E’ molto difficile pensare di ammetterlo ed è proprio questo che voglio dire: se ci sono questi episodi, chiedete subito aiuto. Se non volete andare di persona, fate il 1522, ma non rimanete sole. Tra l’altro voglio aggiungere che c’è una stretta connessione tra la violenza durante la gravidanza ed i femminicidio negli anni successivi”.



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