Fabio Giomi fa fatica a rivivere ciò che, solo poche settimane fa, gli ha “rovesciato la vita”. “Il 27 ottobre sono stato licenziato in tronco “. Ci dice, scandendo bene quelle parole che ancora gli pesano sul petto. Una decisione arrivata dopo un test interno, il famigerato controllo del “cliente invisibile”. Una ispettore inviato dall’azienda Pam si presenta in cassa come un cliente qualsiasi, ma nasconde oggetti tra gli articoli, osserva, registra ogni gesto. Giomi però non vede quei prodotti, occultati dentro e sotto le casse di birra, infilati in “fessure impossibili”. “Per questo sono stato contestato e licenziato”.
Lo racconta con lucidità. Ma quando torna a quella mattina, gli occhi si abbassano. “Inizialmente pensavo fosse una spesa normale, poi mi ha detto che era un test e mi è preso il panico. Non capivo perché me lo facessero di nuovo. L’avevo già fatto una volta ed era andato bene. Perché rifarlo? Perché proprio a me?”
Il test, questa volta, è studiato nel minimo dettaglio. “Aveva nascosto articoli nelle casse della birra, in una fessura laterale c’era un po’ di tutto: maschere per il viso, matite per gli occhi, laccini, bottoni, minuterie. Io non li potevo vedere. Non me lo potevo aspettare”. Si interrompe un istante, cercando un punto fermo. “Diciamo pure che il test era fatto apposta per mettere in difficoltà”.
Gli chiediamo se si sente preso di mira. Non esita. “Oggettivamente sì. Se mi fai lo stesso test due volte, uno un po’ se lo domanda. Perché non farlo a qualcun altro? Perché rifarlo a me? E in modo ancora più complicato?” Proprio lui che fa il cassiere dal 2012. Tanti anni passati in cassa, tra sorrisi, clienti fedeli, colleghi che da anni lo salutano come un punto fermo. Eppure, in pochi minuti, tutto si spezza. “L’evento è stato scioccante. Sono uscito dal negozio quasi subito, avevo troppi pensieri. Avevo bisogno di razionalizzare. Ho salutato qualcuno da lontano e sono andato via, chiuso nei miei pensieri”. Ma il momento più duro arriva a casa. “È stato traumatico. L’ho dovuto dire a mia moglie, momenti forti. È difficile da spiegare quello che si prova. È una cosa che ti rovescia la vita, rimette in discussione tutto il tuo futuro”. E mentre si alza per salutarci, ripete l’unica cosa che davvero conta per lui: “Vorrei solo tornare al mio lavoro. Al mio posto. A fare il cassiere”.