All’urlo di “la gente come noi non molla mai”, in oltre 500, sono scesi in piazza oggi, a Siena, i lavoratori della Whirpool, per protestare contro l’atteggiamento della multinazionale americana che ha disertato il tavolo di crisi convocato dal Mise lo scorso 28 settembre, rimandando ogni discussione al 21 ottobre, quando arriveranno gli aggiornamenti sull’andamento del terzo trimestre.
A fianco a loro sindacati, associazioni, forze politiche, istituzioni locali e regionali.
“Credo che il primo dovere di un sindaco è quello della tutela del lavoro – dice il primo cittadino di Siena Luigi De Mossi – e lavoro non è solo retribuzione, ma è anche dignità ed è per questo che sono qui, di persona. Questi lavoratori devono avere delle risposte certe sul proprio futuro, la multinazionale deve rispondere a quelle che sono le richieste e i diritti dei lavoratori. Il rispetto del lavoro e risposte concrete sul futuro è un passaggio necessario”.
“E’ corretto essere al fianco dei lavoratori di Siena – spiega il consigliere regionale Stefano Scaramelli – perchè è un presidio storico di produzione industriale importante, la città si è unita ed è positivo il fatto che tutte le istituzioni, Regione e Comune, siano qui insieme. In Regione, per quello che possiamo faremo valere il nostro ruolo per la difesa dei posti di lavoro”.
“Noi abbiamo seguito la vicenda anche quando non impattava direttamente sullo stabilimento di Siena e i problemi principali erano altrove – sottolinea Valerio Fabiani, consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali e delegato della Regione – e continueremo a monitorarla a maggior ragione oggi, che riguarda da vicino la nostra area. Non ci siamo fermati nemmeno in questa fase di cambio di governo, fondamentale sarà il ruolo del nuovo governo in questa che potrebbe essere la vertenza più importante del territorio nazionale. Credo che disertare il tavolo ministeriale sia un atto gravissimo da parte dell’azienda”.
“Il nostro impegno sarà massimo – aggiunge il neo parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti – e non è una frase di rito. Già in campagna elettorale avevamo incontrato le organizzazioni sindacali e preso atto dell’incertezza che aleggia sullo stabilimento e l’amministrazione comunale nei mesi scorsi aveva preso a cuore la vicenda ed è importante che tutta la città abbia a cuore le sorti dei lavoratori. Questo è un tema trasversale, non ci sono colori politici: dobbiamo lavorare tutti insieme per tutelare i livelli occupazionali. Su questo ognuno deve fare la sua parte, io mi impegno a fare la mia, non appena il governo si sarà insediato cercheremo di capire qual’è l’interlocutore e chiederemo con forza che venga riaperto questo tavolo, per poi poter parlare con la proprietà”.
“La compattezza di tutte le componenti che sono scese in piazza oggi è un segnale importante di unità che va mantenuta – osserva Fabio Seggiani segretario generale della Cgil di Siena – perchè sarà un percorso lungo quello che dovremo affrontare con la Whirpool, ma la battaglia più grande di regolare il rapporto con le multinazionali: questo non è il modo di investire nel nostro paese e poi lasciare macerie”.
“E’ una manifestazione importante per Siena – dice Riccardo Pucci della Cisl -, stiamo parlando dell’azienda più grande del territorio. L’atteggiamento della multinazionale di non presentare al tavolo del Mise è sconfortante e improprio e irritante”.
“Era importante esserci in questo momento – dichiara Andrea Valenti, segretario provinciale del Partito Democratico – perchè noi già da anni siamo in contatto con la Rsu dello stabilimento e dobbiamo fare il possibile perchè il dialogo con il Mise venga ripreso e la situazione si risolva. Noi come partito faremo il possibile, a livello locale e con i nostri rappresentanti istituzionali”.
“Non potevo esimermi da portare la testimonianza di tutte le associazioni che compongono il Polo Civico senese – dice il candidato sindaco Fabio Pacciani -. Si tratta di un problema grave, che coinvolge un numero elevato di famiglie, unica realtà industriale tra l’altro del nostro comune. Portare la solidarietà è il minimo che una forza politica può fare”.