Insultato dall'autista del bus: l'intervista a Radio Siena Tv - IL VIDEO

Di Redazione | 3 Agosto 2017 alle 3:12

Insultato dall'autista del bus: l'intervista a Radio Siena Tv - IL VIDEO

La storia di Hassen, “cattivo ragazzo” che ama la sua moglie senese, i suoi tre figli e vuole solo lavorare

Nel video lo vediamo respirare profondamente mentre in sottofondo si sente un uomo che, con voce alterata, lo insulta. Hassen ha 33 anni, è sposato da 11 anni con una ragazza senese ed hanno tre figli.

E’ straniero, tunisino. Lunedì mattina doveva andare al lavoro, come ogni mattina. Non ha auto, non ha motorino, non ha bicicletta e l’autobus è l’unico modo che ha per raggiungere il posto di lavoro. Sale all’Acquacalda, scende in piazza Gramsci e poi a piedi fino a Porta Romana. Lunedì l’autobus ha ritardato dieci minuti, lui ha detto qualcosa all’autista il quale ha fermato il mezzo e lo ha apostrofato duramente. Uno sfogo del quale Hassen ha registrato le ultime battute e poi lo ha inviato al suo datore di lavoro e ad alcuni mezzi di informazione.

Sui social si è scatenata una feroce polemica, con tanti senesi ad attaccare lo straniero.

RadioSienaTv è andata a cercarlo ed ha raccolto la sua storia e la sua versione dei fatti, in attesa che anche Tiemme fornisca la propria.

Hassen non è stato un bravo ragazzo, e lo racconta senza nascondersi. E’ arrivato a Siena poco meno di 20 anni fa e, ancora piccolo, è stato praticamente abbandonato a se stesso. Ha iniziato a lavorare ed anche a guadagnare in maniera soddisfacente, così quando ha trovato una ragazza senese ha deciso di sposarsi e mettere su famiglia. Affittano un appartamento in centro e nascono i bambini. Poi arriva la crisi, il lavoro sparisce e la famiglia si ritrova senza più nulla. “Avevo un carattere turbolento, scattavo subito, non avevo testa…” e si caccia nei guai.

“I servizi sociali hanno fatto tanto per me e la mia famiglia. Ho trovato persone bravissime che mi hanno fatto capire quanto stavo sbagliando. Devo ringraziarli ogni minuto”.

Da due anni la vita di Hassen è cambiata, si è messo a rigar dritto, vuole pensare solo alla sua famiglia e lavorare.  I bambini vanno a scuola, hanno avuto anche la possibilità di praticare sport e fanno basket, sono di una contrada e i genitori provano a non fargli sentire i problemi di indigenza nella quale vivono. Hassen ha trovato lavoro, a tempo determinato, in una cooperativa sociale. E’ uno di quegli uomini che vediamo dietro il camion dei rifiuti, quelli che raccolgono a mano i sacchi dell’immondizia. Guadagna 500 euro al mese. Sua moglie lavora un’ora, prima ancora dell’alba, in una cooperativa di pulizie. In famiglia vivono con circa 700 euro al mese più gli assegni familiari.

Ma Hassen tiene tantissimo al suo lavoro, sa che non può fare altre stupidaggini e quindi lunedì mattina, quando ha visto che l’autobus non arrivava, è andato nel panico. Quando l’autobus è arrivato ha mandato un video al suo datore di lavoro per dimostrargli che l’eventuale ritardo non era colpa sua.

In tanti sui social si chiedono cosa abbia detto, e come, Hassen all’autista per farlo arrabbiare così tanto. Il giovane assicura di avergli soltanto fatto il gesto di battere sull’orologio dicendo “è presto eh…”. Poi è andato a sedersi in fondo al bus, di cui era l’unico passeggero. Quando l’autista ha fermato il mezzo ed è andato da lui urlando non si è mosso (“un tempo forse avrei reagito, ho patito in quei secondi ma non voglio più comportarmi in maniera sbagliata”), dice di aver anche pronunciato uno “scusa” nei confronti dell’uomo che però ha proseguito con le urla. Quando si è girato per tornare nella cabina di guida ha registrato i pochi secondi finali.

“Se l’autista si dovesse scusare sono pronto a scusarmi anche io. Forse non dovevo inviare quel video, ma in quel momento mi è sembrato di aver subìto un’ingiustizia. Mi ha fatto male vedere scritte tante cose cattive nei miei confronti, soprattutto pensando ai miei figli. Qualcuno dice che dovrei tornare al mio paese. Ho mia moglie, i miei tre figli, loro sono senesi e sono l’unica famiglia che ho. Dovrei lasciarli? Io vorrei solo lavorare. Poter far vedere che ho messo la testa a posto e lavorare”.

L’intervista completa nei tg di RadioSienaTv

 

 



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