Operazione droga: l'accusa è omicidio preterintenzionale

Di Redazione | 18 Luglio 2016 alle 11:56

Operazione droga: l'accusa è omicidio preterintenzionale

Ipotesi di reato nell’ambito della maxi operazione di droga a Siena

Omicidio preterintenzionale: questa il reato ipotizzato nei confronti di un 28enne senese in relazione alla morte per overdose di sostanze stupefacenti, avvenuta il 23 marzo 2011, di un 22enne di Siena. Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile nell’ambito di un indagine sullo spaccio di droga nei locali del senese, il 28enne non solo avrebbe procurato, insieme a un altro indagato, eroina e cocaina per consumarla col giovane deceduto, ma sarebbe stato lui ad iniettarla al 22enne che non l’aveva mai assunta, per poi abbandonarlo, agonizzante, in macchina, una volta resosi conto che stava male e facendo sparire le tracce – laccio emostatico, siringa, bustine ed altro – che potevano far ricadere i sospetti su di lui. In base a quanto reso noto dalla questura, sempre il 28enne avrebbe ceduto eroina ad altri due giovanissimi, andati in overdose e “salvati solo grazie al pronto intervento di familiari o sanitari”.

Il 28enne, per la polizia, era il ‘deus ex machina’ della rete di spacciatori smantellata dalla polizia con un’inchiesta coordinata dal pm Antonio Nastasi e che ha portato complessivamente a 19 denunce: si tratta di quasi tutti senesi, del capoluogo o della provincia, eta’ tra i 21 e i 30 anni. Dalle indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche e con le testimonianze dei consumatori di droga tra cui adolescenti, e’ emerso che gli spacciatori sarebbero stati quasi degli “adescatori”: si “muovevano – si spiega in una nota – nei centri di aggregazione giovanile, frequentati da adolescenti indotti al consumo di droghe di ogni tipo, sequestrate nel tempo in quantitativi significativi dalla polizia: dalla marijuana all’hashish e alla cocaina, per passare alle anfetamine e, soprattutto, all’eroina”. Con il 28enne che sarebbe appunto arrivato, oltre a invogliare e procurare la droga anche a “iniettare le sostanze ai giovani piu’ timorosi”. Il modus operandi era sempre lo stesso: i clienti venivano adescati all’interno ed all’esterno dei locali con la cessione di droghe e venivano invogliati ad assumere gli stupefacenti cedendo talvolta a titolo gratuito le prime dosi.

L’operazione è stata denominata “Roxy, vita spericolata” (leggi qui Roxy).



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