8 marzo. C’è poco da festeggiare. La Giornata Internazionale della Donna pone ancora una volta i riflettori sulla condizione femminile, ovvero un anniversario ancora segnato dai femminicidi (sono già 20 le donne uccise da inizio 2023 in Italia), dalla violenza fisica, psicologica e economica in una società dove la donna ancora fatica a sedere in posti apicali, ha poca rappresentanza in politica e continua a dover scegliere tra famiglia e lavoro. I dati dell’Onu dicono che, al ritmo attuale, ci vorranno altri tre secoli per raggiungere l’uguaglianza di genere.
“L’8 marzo non è una giornata di festa, ma una giornata di lotta – dice Samantha Tufariello del Coordinamento Non una di meno Siena -, è una giornata in cui le donne devono rivendicare i propri diritti, perchè, nel 2023, i tante parti del mondo Italia compresa, alle donne non sono riconosciuti gli stessi diritti degli uomini. Le donne vengono discriminate per il loro genere e subiscono continue minacce alle loro vite. Siamo in una società patriarcale in cui alle donne non viene riconosciuto il valore che hanno”.