A Siena da maggio oltre trecento giovani da Pakistan e Afghanistan in cerca di rifugio da violenza, povertà e calamità naturali

La mattina lunghe file in Questura per la richiesta di asilo, di notte nel parcheggio della stazione, dove i volontari arrivano con il pasto e, quando va bene, con coperte aggiuntive per affrontare l’arrivo del primo freddo. Il punto di Anna Ferretti (Caritas)

Di Redazione | 2 Novembre 2022 alle 18:00

Trecento ragazzi, per lo più giovanissimi, dal Pakistan e Afghanistan sono adesso a Siena. Numeri che evidenziano quanto il sistema di accoglienza sia debole. Tutte le mattine affrontano una lunga fila davanti alla Questura, per capire se riusciranno a formalizzare la richiesta di asilo ed entrare in una struttura.  La notte invece tornano nel parcheggio della stazione, dove i volontari arrivano con il pasto e, quando va bene, con coperte aggiuntive per affrontare l’arrivo del primo freddo. Le motivazioni che li hanno portati a lasciare il Pakistan sono le più disparate: povertà, mancanza di lavoro, violenza, ma anche le inondazioni che hanno distrutto le loro città.

“La situazione è partita a maggio, ma si ripete in realtà da tre anni, quest’anno è esplosa in modo evidente per il rialzo dei numeri – è il punto di Anna Ferretti (Caritas) a Buongiorno Siena in onda su Siena Tv – da maggio siamo oltre le 300 unità, c’è un flusso migratorio dalla rotta balcanica che interesse in modo anomalo la nostra città. Gli ultimi arrivi riguardano persone partite dall’Afghanistan, dove c’è una situazione terribile, al pari del Pakistan. Cercano rifugio, arrivano con ferite e fratture, problemi seri, con l’ospedale e la società della salute abbiamo creato una buona rete, abbiamo un percorso di presa in carico che è tra i primi in Italia”.

 



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