Crac Ac Siena, l'ex direttore amministrativo: "La società era in grado di iscriversi alla B"

Prosegue il processo sul fallimento del sodalizio bianconero. In aula parla anche l'ex diesse Perinetti: "Mps sponsor generoso, voleva elevare l'immagine della città di Siena"

Di Redazione | 23 Ottobre 2020 alle 16:09

Crac Ac Siena, l'ex direttore amministrativo: "La società era in grado di iscriversi alla B"

“L’Ac Siena sarebbe stato in grado di iscriversi al campionato di Serie B”. Lo ha affermato con sicurezza Vincenzo Loi, fino al 2013 responsabile amministrativo della società calcistica senese fallita nel 2015, ieri presente al tribunale di Siena per testimoniare nell’ambito del processo sul crac del sodalizio bianconero, per il quale sono a giudizio a vario titolo – con accuse che spaziano dalla bancarotta preferenziale e fraudolenta per distrazione di denaro al ricorso abusivo al credito – l’ex presidente Massimo Mezzaroma, la sorella Valentina e 4 consulenti e componenti del cda societario.

Loi ha fatto il punto sulla situazione finanziaria del club, confermando le valutazioni già espresse da altri testimoni nel corso dell’istruttoria dibattimentale. Ovvero che il quadro economico al tempo appariva non compromesso e anzi in linea con quello di molte altre società calcistiche; l’ex dirigente ha sottolineato la necessità di analizzare i bilanci societari delle società di calcio non alla stregua di quelli di normali aziende, vista la gran quantità di variabili date da continue ricapitalizzazioni, plusvalenze ricavate dalle cessioni dei giocatori nelle finestre di calciomercato, incassi derivanti dai diritti tv. Nella prossima udienza sarà completato il controesame delle difese, che stanno cercando di dimostrare proprio come il club, che non avendo ottemperato al pagamento degli stipendi non si iscrisse alla Serie B al termine della stagione 2013-2014, non vivesse particolari difficoltà, avendo presentato nei mesi precedente il progetto del nuovo stadio, vantando inoltre un parco giocatori dal valore di svariati milioni di euro.

In aula è stato sentito anche l’ex ds Giorgio Perinetti, responsabile dell’area tecnica bianconera in due distinti momenti, dal 2004 al 2007 e poi nella stagione del ritorno in A 2010-2011, con alla guida Antonio Conte. Il dirigente è stato incalzato con domande legate al suo rapporto con la banca Mps e con l’ex presidente Giuseppe Mussari. “Monte dei Paschi era uno sponsor particolarmente generoso e munifico – ha detto Perinetti – erogava sponsorizzazioni non inferiori a quelle percepite da Inter, Juve o Milan. L’obiettivo della banca era quello di elevare l’immagine di Siena attraverso lo sport, calcio e basket, ottenendo al contempo un ritorno di visibilità”.

C.C

 

 



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