Nel 2008 gli era stata diagnosticata una grave forma del morbo di Parkinson, da 5 anni era costretto a vivere con la peg in funzione per 21 ore al giorno e negli ultimi due anni le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente tanto da rivolgersi, nel 2023, all’associazione Luca Coscioni che da tempo lotta per una legge nazionale sul suicidio assistito. Daniele Pieroni, 64 anni, residente in un appartamento in una zona residenziale di Chiusi, aveva scelto di porre fine alle proprie sofferenze.
Per questo aveva deciso di affidarsi alla legge toscana, la prima in Italia, sul fine vita. Pieroni aveva deciso di seguire il percorso previsto dalla sentenza Cappato inviando la richiesta formale all’Asl Toscana Sud Est il 31 agosto scorso. Lo scorso 22 aprile è poi arrivato il via libera e il 17 maggio, a casa sua, si è autosomministrato il farmaco per poter smettere di respirare. Oggi Daniele è il primo caso in Toscana di suicidio medicalmente assistito.
Era scrittore e saggista, ma anche musicista amatoriale. Era nato a Pescara nel 1961, per poi trasferirsi, ancora bambino, a Roma. Ha vissuto e lavorato nella Capitale per circa 40 anni, con parentesi anche all’estero, per poi arrivare a Chiusi dove nel 2021, era stato insignito del premio ‘Montale Fuori di Casa’ per la sezione Poesia e musica. Ed oggi restano i suoi scritti e le sue poesie da cui trasudano spesso sofferenza mista ad amore, dolore a voglia di vita. Ma quella degna di essere vissuta, quella che ha scelto autonomamente di abbandonare consapevole, forse, che i suoi scritti e le sue poesie lo avrebbero tenuto in vita per sempre.
Basta rileggere “Calla”
La mia poesia somiglia ad una calla
è una piccola dimora che governo
con puntiglio e dedizione
è una stanza da arieggiare
una scuola che amo frequentare
giornalmente, diligentemente.
La mia poesia è sempre di vedetta
è il silenzio dopo la baruffa
l’acqua rara nel deserto
va curata come una paziente
la mia poesia non si lamenta
fiorisce quando può
e fa la vita un po’ più bella.
Daniele Pieroni