Con Ulisse condivide la storia di un grande viaggio per tornare a casa e l’origine greca del nome. Avrebbe fatto felice Omero, Ioannis Segos quando ha deciso di intraprendere la sua avventura: partire da Londra in bicicletta per arrivare a Siena. Un’idea nata dopo cinque anni nella capitale inglese per il dottorato e portata a termine dopo aver passato in sella un totale di 79 ore e 16 minuti per percorrere 1606,94 km. L’inventiva di Omero nel racconto non serve, tutte le tappe sono state descritte minuziosamente da Ioannis sui suoi social, dove ha condiviso pensieri, resoconti, foto e video.
I suoi post hanno attirato l’attenzione di molte persone che hanno deciso di supportarlo moralmente nell’impresa e non solo: l’avventura è diventata anche strumento di beneficenza, grazie ad una raccolta fondi promossa dallo stesso Ioannis il cui ricavato sarà devoluto ad un programma Unicef. Dopo quasi un mese di viaggio, l’eroe è tornato a casa, nella sua Tegoia, diventata Itaca per un giorno e se per la bicicletta adesso è tempo di un meritato riposo, per Ioannis è il momento di raccontare la sua impresa.
Te lo avranno chiesto tutti… Perché?
Dopo i cinque anni di dottorato volevo mettermi alla prova con una sfida nuova, a livello fisico. Volando tra Londra e l’Italia mi sono sempre interrogato su tutto quello che mi stavo perdendo e allora ho deciso di esplorare, mettendomi alla prova ed uscendo dalla zona di comfort.
Hai dei momenti che ti sono rimasti particolarmente impressi nella mente? Sia in positivo che in negativo
Il momento più bello è stato il passaggio in Svizzera. Le strade erano perfette, tutte quante con la pista ciclabile, e c’era tutto il paesaggio montuoso ancora innevato ma la temperatura era primaverile. Il picco massimo è stato sul passo del Sempione a 2000 metri dove mi sono emozionato. In negativo ricordo il terzo giorno, da Cambrai a Reims, perché ho pedalato più di 100 km con il vento a sfavore in strade molto trafficate con molti autotreni.
Tanti giorni di solitudine per questo viaggio, anche il tuo compleanno…
Si è vero. L’ho festeggiato in Francia e in realtà speravo di essere già a Domodossola ma ero un po’ indietro sul programma per un infortunio al ginocchio destro. Gli auguri di tutti mi hanno dato molta forza.
Come ci si prepara per un’avventura del genere?
A livello fisico non ho avuto il tempo di fare niente, dovevo finire alcune pubblicazioni scientifiche. Ho fatto cinque iniezioni alle ginocchia con acido ialuronico e poi la preparazione è stata soprattutto mentale, per sconfiggere la paura. Sono sempre stato in contatto con il dottor Andrea Causarano che mi ha seguito costantemente.
L’arrivo come è stato?
Mi hanno fatto una sorpresa, c’erano delle persone ad aspettarmi. L’interesse sui social è semplice da manifestare ma poi vedere gli altri dal vivo mi ha fatto sentire a casa. Alcuni miei amici mi sono venuti a riscontrare a Colle Val d’Elsa e abbiamo fatto gli ultimi km insieme. Abbracciare tutti è stato uno sfogo, ho rilasciato tutta la paura e l’ansia provata.
Non dimentichiamo che c’è anche un risvolto solidale per questa avventura.
Si, ho lanciato una raccolta fondi e per fortuna le persone hanno superato anche il tetto massimo che avevo impostato. Tra qualche giorno chiuderò la donazione e la renderò pubblica. La devolveremo ai bambini in Africa meridionale e orientale.
La tua compagna di viaggio, la bicicletta. Parlaci di lei
La bici è una semplice mountain bike di seconda mano pagata meno di 200 sterline. Mi ci sono sempre trovato molto bene e ci ho visto del potenziale, anche se non era di gran valore. L’ho completamente modificata mettendo anche dei pezzi di valore. Non ho messo le ruote da strada perché non avevo certezze sul meteo e ho puntato più sulla tenuta che sulla velocità.
Lo rifaresti?
Certamente si ma forse non passerei dalla Francia, perché mi ha veramente messo alla prova. Proverei la strada da Belgio e Germania.
E adesso?
Adesso un po’ di riposo anche se non voglio perdere questa forma fisica. Poi fra un paio di mesi inizierò una nuova appassionante avventura professionale, con un progetto di ricerca in biologia molecolare a Monaco di Baviera.