Ato Sud/Sei Toscana: parte il processo sulla maxi gara "su misura" da 3,5 miliardi di euro

Di Redazione | 13 Settembre 2018 alle 15:00

Ato Sud/Sei Toscana: parte il processo sulla maxi gara "su misura" da 3,5 miliardi di euro

Scandalo rifiuti: udienza preliminare il 29 novembre, 6 gli imputati

E’ stata notificata oggi dal gip di Firenze Francesco Bagnai la fissazione per il 29 novembre dell’udienza preliminare del processo per il maxi appalto per la gestione dei rifiuti nell’area dell’Ato Toscana Sud, che copre le province di Arezzo, Siena, Grosseto e una parte di quella di Livorno. Uno scandalo di immani dimensioni che nel 2016 ebbe al centro un maxi appalto ritenuto truccato dagli inquirenti da ben 170 milioni di euro all’anno per venti anni, per un totale di 3,5 miliardi, e che ha scatenato la bufera portando al commissariamento biennale di Sei Toscana, disposto da Raffaele Cantone dell’Anac.

Sono 6 gli imputati per i quali vi è richiesta di rinvio a giudizio, firmata dalla Procura fiorentina lo scorso 23 ottobre 2017, l’ex direttore generale di Ato Toscana Sud Andrea Corti (assistito da Enrico e Lorenzo De Martino), Eros Organni (ex Ad di Sei toscana, seguito dai legali Luca Bisori e Lorenzo Zilletti) gli avvocati fiorentini Valerio Menaldi e Tommaso D’Onza (difesi da Eriberto Rosso ed Enrico Zurli), i vecchi amministratori di Rti Progetto 6 Marco Buzzichelli e Fabrizio Vigni (assistiti rispettivamente da Luca Sirotti, Nicola Santi, e dagli avvocati Daniele Bielli e Antonio D’Avirro). Imputate anche due società per la responsabilità degli enti da reato ai sensi legge 231, ovvero Sei Toscana (seguita da Vincenzo Comi) e Sienambiente assistita invece dall’avvocato Fabio Pisillo.

Le accuse sono molto pesanti, e vanno dalla turbativa d’asta alla corruzione, fino all’induzione indebita: secondo i Pm fiorentini Leopoldo De Gregorio e Rodrigo Merlo, la gara di appalto fu indetta da Ato con metodi fraudolenti e su “misura” per far vincere Rti Progetto 6 (poi Sei Toscana), inserendo clausole e oneri al fine di scoraggiare eventuali concorrenti. I sei imputati secondo l’accusa avrebbero concorso alla gestione della gara di appalto, promettendosi reciprocamente utili, vantaggi e remunerazioni: ad esempio Corti, sarebbe stato ricompensato con un capitolo “somme a disposizione” del bando da 120mila euro, oltre a vari incarichi professionali.

Claudio Coli

 

 



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