Attivata la ciminiera della Deta: la preoccupazione del Comitato tutela e difesa della Valdelsa

"Già i cittadini hanno cominciato a fare segnalazioni all'Arpat e all'ufficio ambiente del Comune di Barberino Tavarnelle" scrive il Comitato

Di Redazione | 1 Ottobre 2021 alle 10:22

Attivata la ciminiera della Deta: la preoccupazione del Comitato tutela e difesa della Valdelsa

“La ciminiera di 60 metri è attiva, il vapore acqueo sembra non sfori in modo continuo la cortina dell’inversione termica, sempre forti le maleodoranze, estese ora ad una zona più ampia, già i cittadini hanno cominciato a fare segnalazioni all’Arpat e all’ufficio ambiente del Comune di Barberino Tavarnelle”. Così inizia la nota stampa dei soci del Comitato tutela e difesa della Vald’Elsa che, ancora di più preoccupati, sono rimasti in silenzio per un lungo periodo ad osservare gli sviluppi della costruzione della ciminiera. “Il 21 giugno alle sette del mattino, prima ancora di conoscere le decisioni del TAR sulla nostra richiesta di sospensiva, alla Deta si cominciavano i lavori per la costruzione. Abbiamo guardato con preoccupazione i fatti, purtroppo il Tar non ha accolto la nostra richiesta di sospensiva, con motivazioni che non ci sentiamo di condividere che asseriscono
– “sussistono dubbi sulla legittimazione delle parti ricorrenti, che affermano di essere proprietari di immobili posti nelle vicinanze dell’insediamento produttivo, residenti nella zona, titolari di aziende agricole e agrituristiche…. essi non dimostrano, né di avere proprietà immobiliari nelle vicinanze dell’area, né di avere uno stabile collegamento…. come è notorio, le visure catastali non forniscono la prova della proprietà degli immobili, anche perché il catasto è solitamente poco aggiornato…gli unici documenti idonei a dimostrare la proprietà sono i titoli di acquisto;
– l’innalzamento del camino ad altezza tripla rispetto a quella attuale appare suscettibile di migliorare, e non di peggiorare, la situazione delle emissioni odorigene provenienti dall’impianto.
Senza prescindere dal fatto che una copiosa giurisprudenza ritiene idonei i certificati catastali per dimostrare il possesso di un bene, nondimeno è singolare che l’inefficienza amministrativa/burocratica per il mancato aggiornamento dei dati catastali il Tar la faccia ricadere su chi possiede il bene (sic!), senza sottavalutare che molti di noi sono insediati nel territorio da lunghissimo tempo e pagano le imposte per il possesso del bene”.

“Nel successivo ricorso al Consiglio di Stato per la riforma dell’ordinanza del TAR si afferma che non sono stati ravvisati i requisiti “del fumus boni iuris e del periculum in mora ” in parole povere i presupposti necessari, cioè l’urgenza per ottenere un provvedimento cautelare quindi il nostro ricorso non viene accolto” prosegue la nota “Pertanto la ciminiera è stata costruita, gli amministratori hanno comunicato, in toni trionfalistici, il risultato come se fosse stata una vittoria, assurta contro un gruppo di cittadini preoccupati per eventuali problemi alla salute, per l’ ambiente, per l’incontestabile deturpazione paesaggistica”.

“Noi abbiamo atteso che si calmasse il clamore e vedere cosa sarebbe successo – scrive il comitato – I risultati sono sotto gli occhi e sotto il naso di tutti. Cominciano le segnalazioni di zone con fetori insopportabili che ora sembra si siano estese in un’area più vasta, stanotte si è lamentato un odore acre e di uova marce. La diffusione dei fumi, che per correttezza di notizia sono vapore acqueo, quindi non visibile di giorno alle temperature più alte, abbiamo visto che non sempre riesce a forare la cortina della inversione termica, la velocità è oscillante, per quanti giorni in un anno succederà ciò?”

“Le preoccupazioni dei cittadini non sono comunque solo riferiti ai problemi odorigeni ma a cosa contengono le sostanze e le polveri emesse dalla ciminiera. I valori autorizzati dall’AUA tengono conto degli inquinanti dichiarati dall’azienda, forse sarebbe stato preferibile valutare se ci sono altri inquinanti che possono essere emessi dall’impianto. L’azienda, rispetto ai giorni precedentemente lavorati, ha successivamente richiesto il raddoppio delle giornate lavorative da 150 a 300. L’esposizione di chi vive e lavora in zona per 300 gg l’anno /h24ore al giorno permette ancora di vivere in tranquillità? Potrebbero insorgere effetti indesiderati dal lungo periodo di esposizione, Sono domande alle quali i cittadini hanno diritto a risposte certe. L’ansia viene anche corroborata dal fatto che i fumi non escono solo dalla bocca del camino, ma da un paio di giorni, specialmente la mattina presto alcuni cittadini hanno visto e fotografato fumi che uscivano dal tombino antistante l’azienda. Speriamo di avere risposte dai controlli in atto”.

“Detto questo pertanto ci addolora anche leggere i commenti dei nostri amministratori, dove si sottolineava l’inconsistenza dei “presupposti di estrema gravità e urgenza tali da non consentire la dilazione”. Si evidenzia, con una certa soddisfazione che “I componenti del Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d’Elsa sono stati condannati alla liquidazione delle spese processuali”.

“Il sindaco di Barberino Tavarnelle sottolinea convinto “la bontà e la qualità dei procedimenti amministrativi prodotti dall’amministrazione comunale” trascurando essere il sindaco di tutti, che non sarà la bontà di un provvedimento amministrativo a tutelare certi valori universali quali il diritto alla salute e tutela dell’ambiente. Noi riteniamo di non avere adito temerariamente le vie legali, non crediamo di aver aggredito impunemente le Istituzioni, che abbiamo sentito distanti e ora, con i fatti, ci spieghino perché si continua a sentire una puzza di bruciato insopportabile. Cosa esce da questa ciminiera innalzata a 60 metri? Un tale camino, se da una parte potrebbe consentire una migliore dispersione in quota delle emissioni dall’altra, in assenza di post-combustore che minimizzi i precursori delle sostanze tossiche, potrebbe costituire diciamo un reattore, nel quale potrebbero formarsi delle sostanze tossiche a causa dei prolungati tempi di contatto tra i precursori delle stesse prima dello sbocco in atmosfera. Sono state valutate queste ipotesi? Una parte dei cittadini della Vald’Elsa aspetta fiduciosa risposte, noi continueremo a vigilare”.



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