È stato firmato l’accordo quadro che consentirà l’avvio di percorsi di formazione per i lavoratori di Beko durante il periodo di fermo produttivo, in attesa della reindustrializzazione del sito produttivo. Le risorse saranno messe a disposizione dalla Regione Toscana. Il progetto si articolerà in più fasi, con l’obiettivo di mantenere i lavoratori coinvolti attivamente, garantendo allo stesso tempo la possibilità, per il futuro soggetto reindustrializzatore, di disporre di personale già formato per le nuove esigenze produttive.
“Un passaggio fondamentale, che ci consente di guardare avanti con serietà e concretezza”, ha commentato Massimo Martini, segretario generale Uilm Uil di Siena. “A fine dicembre faremo il punto della situazione, per capire quanti lavoratori saranno ancora legati a Beko. Da lì partirà la formazione, che si concentrerà nei primi due quadrimestri del 2026. Noi pensiamo seriamente che a fine 2026 possa arrivare un nuovo reindustrializzatore, quindi la formazione sarà strutturata proprio per essere adeguata a quella prospettiva. Si tratta di un percorso che coinvolge in modo massiccio i lavoratori, mantenendoli attivi e legati a una prospettiva concreta di rilancio”.
Anche Daniela Miniero, segretaria generale Fiom Cgil di Siena, sottolinea l’importanza e la struttura dell’accordo: “Questo accordo quadro sulle politiche attive e sul percorso di formazione è articolato in tre step tra il 2026 e il 2027. I primi due saranno dedicati alla riqualificazione, all’approfondimento e all’aggiornamento delle competenze professionali già esistenti. Il terzo step, il più corposo, riguarderà invece la formazione di nuove competenze, direttamente collegate alle esigenze del nuovo soggetto reindustrializzatore”. Infine, Giuseppe Cesarano, segretario generale Fim Cisl di Siena, evidenzia l’aspetto economico legato alla formazione: “C’è un gettone formativo da 3.000 euro per ciascun lavoratore, che sarà gestito direttamente dal soggetto industriale che arriverà. Ma oltre a questo, sono previsti altri piani formativi territoriali: ogni quattro mesi, sul nostro territorio, si terranno delle sessioni formative per garantire continuità. In questo modo eviteremo quel distacco netto che abbiamo sempre temuto a partire dal gennaio 2026.”
Il percorso tracciato con l’accordo quadro rappresenta dunque un tassello cruciale per costruire un futuro occupazionale per i lavoratori coinvolti, mantenendo viva la prospettiva di reindustrializzazione e rafforzando la coesione tra lavoratori, istituzioni e parti sociali.