C’è chi entra e c’è chi esce. Tra poco più di un mese la Beko cesserà la propria attività a Siena, e molti lavoratori stanno scegliendo di aderire all’uscita incentivata prevista dall’accordo ministeriale. L’ondata di addii ha però costretto l’azienda a correre ai ripari: per garantire il completamento della produzione, fa sapere Massimo Martini, segretario generale della Uilm Uil Siena, in queste settimane sono arrivati da Varese dieci operai, chiamati a rafforzare temporaneamente le linee di montaggio dello stabilimento senese.
Nel frattempo, prende forma anche la nuova società creata per la gestione dell’immobile, composta da Invitalia (con l’80% delle quote) e dal Comune di Siena (20%). Il nome scelto sembrerebbe quello di InviSiena.
Il segretario generale della Uilm Uil di Siena, Massimo Martini, spiega che “per quanto riguarda l’emergenza Beko, ho avuto modo di confrontarmi con l’onorevole Michelotti: da quanto ho capito, il Comune di Siena ha effettivamente costituito questa società, InviSiena, che dovrebbe farsi carico dell’immobile dello stabilimento e avviare così le procedure per la sua bonifica. Restano però da chiarire alcuni passaggi propedeutici, sui quali intendiamo approfondire con il vicesindaco”.
Martini fa poi il punto sulla situazione attuale dei lavoratori: “Finora sono usciti 63 dipendenti, e al momento c’è una lista di oltre 40 persone che intendono lasciare l’azienda entro la fine dell’anno. Proprio a causa di queste numerose uscite, la Beko ha dovuto richiamare personale da altri stabilimenti, in particolare da Varese e da Comunanza, per evitare di bloccare le linee di montaggio e riuscire a rispettare i contratti in essere con i fornitori. Attualmente risultano presenti tre lavoratori arrivati da fuori, ma dovrebbero diventare una decina. È una situazione alla quale non avremmo voluto arrivare, ma l’azienda non ha avuto alternative per concludere la produzione”.
Infine, il segretario annuncia che “nei prossimi giorni, in particolare il 30 ottobre, è previsto un nuovo incontro con l’azienda, durante il quale affronteremo anche questi aspetti, insieme alle tempistiche per la fine della produzione e lo sgombero definitivo dello stabilimento di Siena”.