Caso Avi.Coop Amadori, incontro Regione-sindacati. "Senza risposte, la mobilitazione non si fermerà"

Si è tenuto il tavolo di crisi questa mattina in palazzo Strozzi Sacrati, al termine del quale la Regione si è attivata per chiamare in causa azienda e Gruppo Amadori. "L’atteggiamento del gruppo Amadori è inaccettabile, pretendiamo chiarezza e un piano industriale che tuteli le 200 lavoratrici e lavoratori" tuonano Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil Toscana"

Di Redazione | 7 Maggio 2024 alle 19:00

Stamattina le rappresentanze sindacali unitarie Avi. Coop di Monteriggioni del gruppo Amadori, assistita da Flai Cgil-Fai Cisl e Uila-Uil, si è confrontata a Firenze con la Regione Toscana che ha attivato il tavolo per le crisi aziendali presieduto da Valerio Fabiani. Presenti anche le istituzioni locali, rappresentate dal sindaco di Monteriggioni e al presidente della provincia di Siena. Vista l’assenza di risposte in merito al futuro dei 200 dipendenti, i sindacati hanno chiesto alla Regione Toscana di farsi parte attiva nella gestione della crisi che sta colpendo la fabbrica. La Regione – attraverso Fabiani – ci ha garantito che si sarebbe attivata immediatamente.

“L’atteggiamento del gruppo Amadori è inaccettabile, pretendiamo chiarezza e un piano industriale che tuteli le 200 lavoratrici e lavoratori – tuonano Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil Toscana – nel mese di aprile la produzione è stata dimezzata e di conseguenza anche gli stipendi dei lavoratori, che sono sprovvisti di ammortizzatori sociali. Amadori non può eludere il confronto, ci chiediamo che fine abbia fatto la responsabilità sociale d’impresa prevista dalla nostra Costituzione, tanto decantata nei valori aziendali. Senza risposte, la mobilitazione non si fermerà”.

“La Regione – fa sapere la stessa in una nota – ha preso in carico la questione della Società cooperativa agricola del Gruppo incontrando i lavoratori alla presenza delle istituzioni locali. In sala Cutuli erano presenti le strutture di Arti e di Unità di crisi, sia del territorio che regionali, le organizzazioni sindacali del settore agricoltura e Cgil, Cisl e Uil regionali. In primo piano, a fronte del calo di turni di lavoro, i timori sula mantenimento del sito e dei livelli occupazionali nello stabilimento che occupa oltre 200 persone, la stragrande maggioranza a tempo determinato, tutti inquadrate nel contratto nazionale delle cooperative agricole”.

 



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