Caso Rossi, Natalini: "I fazzolettini intrisi di sangue non analizzati? Il consulente non dette l'input"

La commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi oggi ha ascoltato Aldo Natalini, il magistrato che si occupava, insieme a Nastasi delle indagini sul crac di Mps. "Non ci fu inquinamento delle prove, il colonnello Aglieco non era nella stanza"

Di Redazione | 17 Febbraio 2022 alle 23:44

Prosegue a ritmo serrato il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi che, dopo l’attesa audizione di ieri dell’ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari, oggi ha ascoltato Aldo Natalini, il magistrato che si occupava, insieme ad Antonino Nastasi (sentito in una seduta durata sette ore una settimana fa) delle indagini sugli affari di Rocca Salimbeni e che attualmente lavora presso l’ufficio del Massimario della Corte di Cassazione.

Le parole di Natalini (come del resto quelle di Nastasi) erano attese soprattutto perché all’inizio di dicembre, in un’altra seduta dei lavori della commissione, i due pm, insieme al titolare dell’inchiesta Nicola Marini, erano stati accusati dalle dichiarazioni del Colonnello dei Carabinieri Pasquale Aglieco, di aver in sostanza inquinato, durante il sopralluogo effettuato nei minuti successivi la morte di Rossi, la “scena del crimine” con comportamenti inadeguati, come l’aver spostato oggetti nell’ufficio, l’essersi seduti alla scrivania o l’aver risposto al telefono della vittima. Tutti comportamenti che Natalini ha smentito categoricamente, confermando quanto aveva già raccontato alla commissione il collega Nastasi.

“Le inesattezze riportate dal colonnello Aglieco – ha detto Natalini – mi hanno fatto saltare sulla sedia. Non è stato Aglieco a chiamarmi per avvisarmi di quanto accaduto, sono stato chiamato da Nastasi. A che titolo poi avrebbe dovuto chiamarmi? Sono andato sul posto insieme a Nastasi a supporto del collega Marini, noi eravamo lì per capire se ci fossero eventuali collegamenti tra quella morte e le indagini che stavamo conducendo sulla Banca.

Ricordo che siamo saliti insieme con Nastasi nell’ufficio di Rossi, con noi c’era il carabiniere Manichino. Marini è arrivato due minuti dopo di noi, si era probabilmente fermato fuori per risolvere la competenza a procedere tra polizia e carabinieri. C’era anche il luogotenente Cardiello, ma non ricordo la presenza di Aglieco.

L’ufficio era in perfetto ordine, la luce accesa, la finestra aperta – ha proseguito nel racconto -, non c’era nessuna traccia di un’azione violenta posta in essere da terzi. Ci siamo affacciati, per renderci conto dell’altezza. Nessuno si è seduto alla scrivania. Ricordo bene il telefono, che era sopra la scrivania, che squillava e di aver visto nel display il nome dell’onorevole Santanchè, ma nessuno di noi ha risposto.

Riguardo ai bigliettini di addio trovati nel cestino, Natalini ha precisato che “il cestino non fu rovesciato come dice Aglieco, i biglietti furono prelevati da Cardiello, e ricomposti sulla scrivania: uno era strappato e due accartocciati. Poi per cautelarli vennero messi in un una copertina di plastica, in un quaderno o in un libro, non ricordo”.

E perché alcune che potevano essere prove, come i fazzolettini sporchi di sangue non sono stati analizzati, ha chiesto la commissione? “Non c’era traccia di colluttazione, c’erano evidenti segni di autolesionismo sul corpo di Rossi – ha risposto il magistrato – c’erano cerotti in giro usati per tamponare le ferite: in quel contesto non rappresentavano un reperto, ma un rifiuto. In ogni caso non ci fu l’imput da parte del consulente”.

Perché i fazzoletti furono sequestrati molto tempo dopo? “”La stanza, la sera stessa, viene posta sotto sequestro” e i “fazzolettini rimasero nella stanza. Se ci fosse stato un dubbio da parte del consulente, li avevamo sequestrati per questo, ma non ci fu un input. Erano stati fotografati nel sopralluogo della scientifica e c’era un tema di riconducibilità a quei gesti autolesivi”.

Prima di fare la ricostruzione della sera del 6 marzo, Natalini ha anche spiegato le circostanze che portarono alle perquisizioni a carico di Rossi nel maggio del 2012 in ufficio e nel febbraio del 2013, in ufficio e nella sua abitazione. Soprattutto quest’ultima lo turbò particolarmente, stando a tutti i documenti che sono agli atti e che raccontano il suo stato d’animo di quei giorni.

“Facemmo la prima perquisizione – ha spiegato Natalini – nell’ambito dell’indagine di Antonveneta, perchè volevamo capire come fosse stata comunicata al mercato quell’operazione, cosa era stato detto e cosa nascosto, ed il ruolo dell’ufficio comunicazione capirete che era centrale. Peraltro non trovammo niente.

Decidemmo di fare la seconda perquisizione (siamo nel febbraio del 2013, due settimane circa prima della morte ndr) dopo le dichiarazioni rilasciate dall’ex responsabile della segreteria di Mps Valentino Fanti, che confermò lo stretto rapporto, anche personale che Rossi aveva con Mussari. Volevamo verificare se ci fossero rapporti in essere con Mussari, scambi di email e documenti anche pregressi, ma non c’era nessun elemento che poteva portare all’iscrizione di Rossi nel registro degli indagati“.

Questi accadimenti fanno precipitare Rossi in un profondo stato di ansia e forse – ha azzardato Natalini – “la paura di una possibile frequentazione con il ‘gruppo della birreria‘, poteva essere un tema di ulteriore preoccupazione. Il “gruppo della birreria” – ha spiegato Natalini – era un “presunto gruppo di potere senese” composto da personaggi vicini all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, che discuteva anche di nomine nelle partecipate piuttosto che di affidamenti”.

Ma Rossi, precisa, “non ne faceva parte stabilmente, al più conosceva degli appartenenti“. Per questo non era mai stato indagato”.

L’audizione di Nastasi, che è stata a lungo interrotta nel pomeriggio perchè i parlamentari erano impegnati nei lavori d’aula, si è conclusa con le domande incalzanti di Rizzetto che ha insistito sul probabile inquinamento delle prove, e di Migliorino, che ha chiesto di fare l’ultima parte in modalità secretata perchè, ha detto “tantissime delle sue affermazioni contrastano con le dichiarazioni fatte da altri uditi”.



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