Proseguono le indagini della Procura dei Minori di Firenze sul caso della chat degli orrori di Whatsapp dove circolavano immagini di pedopornografia, violenza, omicidio, antisemitismo e torture, che, creata da alcuni giovani del torinese ha finito per coinvolgere 25 minori in tutta Italia, tra cui 3 del senese, tutti indagati per diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico e istigazione a delinquere.
L’inchiesta è scaturita dai carabinieri di Siena a seguito della denuncia di una madre senese inorridita, che aveva scoperto la chat nel cellulare del figlio. Da successivi accertamenti, gli inquirenti hanno scoperto l’accesso di due 17enni, considerati i promotori della chat, al “deep web”, da dove avevano reperito gran parte dei materiali poi veicolati.
Lunedì 27 luglio i due minori, tra cui una ragazza, assistita dai legali Carla Iavarone del foro di Siena e Mario Gebbia del foro di Torino, sono stati ascoltati per oltre un’ora e mezza dal procuratore minorile di Firenze, Antonio Sangermano.
Come riporta la Repubblica, dopo l’interrogatorio il pm ha chiesto di archiviare la posizione della ragazza: dall’esame dei pc e dei supporti multimediali sequestrati (oltre che dalla perizia sul suo cellulare prodotta dalla difesa) è emerso che non sarebbe stata lei a far girare filmati a carattere pedopornografico.