Da oggi l'app Immuni attiva in tutta Italia. Il parere dei senesi

L'app interessa, ma ad oggi sono in pochi ad averla scaricata

Di Redazione | 15 Giugno 2020 alle 13:31

Da oggi l'app Immuni attiva in tutta Italia. Il parere dei senesi

Da oggi, 15 Giugno, l’app Immuni è attiva in tutte le regioni d’Italia. Sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons, è stata scelta dal governo italiano fra oltre 800 progetti e ora, dopo un periodo di prova che ha coinvolto soltanto quattro regioni, è finalmente entrata in funzione su tutto il territorio nazionale.

Disponibile sia per Iphone che per Android, una volta installata e configurata, l’app Immuni assegnerà al vostro smartphone un codice alfanumerico casuale. Una stringa di lettere e numeri che non può essere minimamente collegato ai vostri dati personali, alla posizione geografica o al vostro smartphone. Il codice cambia in continuazione, così da garantire ancora meglio la privacy. Tramite il Bluetooth, l’app “comunica” con gli altri smartphone che possiedono Immuni attiva, e procede a scambiarsi i codici alfanumerici. Se si entra in contatto con una persona infetta, apparirà una notifica.

“Ha poco senso, perché se io la scarico e tre persona accanto a me no, se c’è una persona positiva non viene fuori” confida una giovane senese. E il problema infatti sembra riguardare proprio la quantità di persona che scaricherà l’app. Per il momento sono circa 3 milioni le persone che possiedono Immuni sul proprio smartphone, ma alcuni dati stimano che per entrare in funzione a pieno regime, ovvero essere davvero un metodo affidabile di tracing, l’app dovrebbe essere scaricata almeno dal 60% dei cittadini, ovvero circa 36 milioni di italiani.

“Io penso di scaricarla – confida un giovane, con la mascherina ben alzata a coprire naso e bocca – ma sinceramente ho sentito soltanto di un mio amico che l’ha già. Gli altri non so se l’hanno già scaricata o meno, forse non se ne parla molto”.

Le maggiori critiche all’app sono nell’ordine delle tempistiche: in molti infatti ritengono che l’app, visto il netto calo del numero di casi delle ultime settimane, abbia ormai perso l’utilità che avrebbe invece potuto avere nei mesi scorsi, come sostiene questo ragazzo:

“Potrebbe essere utile, ma lo sarebbe certamente di più un intervento serio sulla sanità. Ormai il picco sembra essere passato, l’app può essere utile, ma non penso sia questo lo strumento con cui avremmo dovuto affrontare la questione del virus”.

Andrea Radi

 

 



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