Disputa confini Chiocciola-Tartuca in Tribunale, la parola ai due Priori

Di Redazione | 20 Novembre 2017 alle 19:07

Disputa confini Chiocciola-Tartuca in Tribunale, la parola ai due Priori

Tuliani (Chiocciola): “Situazione mai accettata, ci hanno sempre negato il dialogo. Costretti a a rivolgerci alla giustizia ordinaria” Bennati (Tartuca): “Profonda amarezza, ci difenderemo con fermezza”

La disputa territoriale sui confini tra Chiocciola e Tartuca di  Via Tommaso Pendola finisce in Tribunale. I priori delle due contrade hanno commentato il caso ai microfoni di RadioSiena Tv:

Maurizio Tuliani (Priore Chiocciola): “Chiarisco intanto che il nostro non è un capriccio. Questa vicenda non è mai stata accettata, visto anche il nostro vissuto, consideriamo l’apposizione di quelle mattonelle mai veramente regolamentata dal Comune e dal Magistrato delle Contrade, c’è sempre stata poca chiarezza. L’interpretazione del bando è errata, viene utilizzata una carta di fine ‘500, 130 anni precedente al bando: la poca convinzione nostra sul limite è testimoniata dal fatto che in via San Quirico non ponemmo la mattonella “confino” ma quella “territorio”. Parliamo con cognizione di causa avendo prove documentali certe. E’ dagli anni ‘90 che cerchiamo il confronto con la Tartuca ma ci è stato sempre negato ogni dialogo, finché nel 2014 è stato approvato da tutti i priori un documento che prevedeva per questo caso tre passaggi: prima la risoluzione amichevole, poi un arbitrato con due periti di parte e una terza parte, il Sindaco, e come ultima ratio il ricorso alla giustizia ordinaria. Negato ancora ogni tipo di confronto e anche l’arbitrato, siamo stati costretti ad arrivare a questo punto, le porte chiuse ci hanno reso inevitabile tale situazione, non ci fa piacere ma non abbiamo potuto fare altrimenti”

Paolo Bennati (Priore Tartuca): “Posso solo manifestare profonda amarezza, incredulità e disappunto. E’ una situazione paradossale. Ogni senese valuterà l’opportunità o meno di vedere una contrada citata in tribunale da una consorella per chiedere di modificare degli accordi di 30 anni fa, scomodando la giustizia ordinaria. I Priori di allora agirono su mandato delle Contrade, apponendo delle mattonelle nell’interesse collettivo: è una situazione di fatto finora mai oggetto di discussione. Siamo quindi sbalorditi e rammaricati per il voler delegittimare scelte accettate di 30 anni fa. Si parla tanto di tradizione, e poi in tempi come questi ci si attacca a cose anacronistiche. Comunque ne prendiamo atto, ci difenderemo con fermezza e tranquillità”.



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