La responsabile senese donazioni organi: “La legge al momento ci impedisce di fornire i nomi”
Ha commosso la vicenda del giovane Matteo, campione di nuoto morto a 24 per tumore, i cui organi, donati dalla famiglia, hanno salvato la vita a molte persone in giro per l’Italia, tra cui a Siena, dove è stato trapiantato il suo cuore (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/il-cuore-di-matteo-batte-a-siena-il-padre-vuole-conoscere-chi-ha-ricevuto-gli-organi/). Il padre ha chiesto pubblicamente di potersi mettere in contatto con uno dei riceventi, ma per la legge italiana questo non è possibile. A spiegarci la situazione, è la dottoressa Laura Savelli, responsabile coordinamento donazione organi e tessuti dell’ospedale di Siena.
“Sono tante le famiglie vogliono sapere a chi vengono destinati gli organi e come stanno – ha detto – In molti paesi europei è possibile sapere i nomi dei riceventi e metterli in contatto, anche col supporto di uno psicologo. In Italia, questo non è possibile, l’articolo 19 legge 91 99 ci impedisce di far conoscere l’anagrafe di queste figure: alcuni studi hanno messo in evidenza il vincolo di riconoscenza che nasce tra il ricevente e la famiglia che gli ha permesso di avere una nuova vita. Dall’altra parte esiste il principio dell’anonimato per tutela della famiglia dei donatori per non sviluppare aspettative e proiezioni verso chi ha ricevuto gli organi. Ci sono state molte richieste, specie da parte di famiglie di giovani deceduto. Il direttore centro nazionale trapianti in Italia – ha chiosato – ha dunque posto il quesito al comitato bio etica nazionale”