Fine di un’epoca, cambia la cardiochirurgia alle Scotte di Siena: accorpata la chirurgia del cuore e dei grossi vasi

Il provvedimento, firmato dal dg Antonio Davide Barretta, con il consenso dei Direttori amministrativo e sanitario, comporta la cessazione della storica unità di chirurgia cardiaca ad alta specializzazione, da sempre fiore all’occhiello dell’ospedale senese

Di Redazione | 4 Novembre 2025 alle 9:37

Fine di un’epoca, cambia la cardiochirurgia alle Scotte di Siena: accorpata la chirurgia del cuore e dei grossi vasi

Con una delibera approvata il 30 ottobre 2025 e resa immediatamente esecutiva, l’Azienda ospedaliero-universitaria senese ha ridefinito la struttura della cardiochirurgia, segnando la fine di un capitolo storico: la Uoc Chirurgia del cuore e dei grossi vasi viene ufficialmente accorpata alla Uoc Cardiochirurgia e trapianto di cuore.

La decisione, frutto di un’intesa tra la direzione generale e il rettore dell’Università degli studi di Siena, è stata formalizzata nella riunione della Commissione paritetica Aous/Università lo scorso 15 ottobre.

Il provvedimento, firmato dal dg Antonio Davide Barretta, con il consenso dei Direttori amministrativo e sanitario, comporta la cessazione della storica unità di chirurgia cardiaca ad alta specializzazione, da sempre fiore all’occhiello dell’ospedale senese.

Un passaggio che, pur nella continuità assistenziale, cancella una pagina significativa della storia clinica delle Scotte.

Dal 1° novembre, il personale che operava nella struttura accorpata – i dottori Luigi Muzzi ed Eugenio Neri (Università di Siena, equiparati a dirigenti medici), insieme ai dirigenti medici Ssn Giulio Tommasino ed Enrico Tucci – entra a far parte dell’organico della Uoc Cardiochirurgia e trapianto di cuore. La riorganizzazione, collegata anche a una modifica nella tipologia di direzione della Uosa Psicologia, rientra in un più ampio riassetto gestionale del Dipartimento cardio-toraco-vascolare.

La scelta di accorpare le due unità operative risponde a criteri di razionalizzazione e accresciuta integrazione tra assistenza clinica e attività universitaria, ma segna al tempo stesso la chiusura di una realtà che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento nella cardiochirurgia italiana. Ora, la sfida sarà mantenere elevati standard di cura e ricerca, nella continuità di servizio e nell’innovazione organizzativa.



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