Fondazione Bianca Piccolomini, si dimette in blocco il cda. Lonzi: "Situazione mai vista. Regione in imbarazzo"

Di Redazione | 29 Maggio 2019 alle 10:13

Fondazione Bianca Piccolomini, si dimette in blocco il cda. Lonzi: "Situazione mai vista. Regione in imbarazzo"

Il membro del cda che ha presentato l’esposto in Regione a Siena Tv: “Le rilevazioni del mio esposto erano corrette”

Nuovo colpo di scena per quanto riguarda il caso della cattedra universitaria finanziata dalle suore: il cda della Fondazione Bianca Piccolomini si è dimesso in blocco dopo il ricorso presentato da uno dei membri, il professor Marco Lonzi, che denunciava alcune presunte irregolarità. Un altro ribaltone dopo la rinuncia della commissione che doveva giudicare l’assegnazione della cattedra.

Il Consiglio della fondazione era stato inizialmente convocato il 14 maggio in Regione per discutere, sulla base del ricorso, dell’opportunità di mantenimento della sussistenza della onlus per la Fondazione, ma c’era stato un rinvio per valutare meglio lo statuto; il 27 a Firenze alla fine si sono presentati solo in 3, Lonzi stesso, don Claudio Rosi e il revisore dei conti Terenzi, ed è stata resa nota una lettera scritta da suor Angela Carrea, madre superiore delle Figlie di Sant’Angela Merici dove si annunciava le precedenti dimissioni del presidente Paolo Gheda e di tutti i Consiglieri, tranne Lonzi e Rosi. Resta da capire ora, in ogni caso, come si muoverà la Regione, che ha ammesso di non aver mai “trovato una situazione così”.

“E’ stata una sorpresa – ha commentato questa mattina Lonzi a Buongiorno Siena su Siena Tv – Prima del 27 la Carrea aveva chiesto a tutti di dare le dimissioni, vista la campagna di stampa reputata cattica e denigratoria che c’è stata in seguito a questo caso. Abbiamo chiesto alla Regione come comportarci e ci hanno detto di presentarci ugualmente all’incontro: hanno trovato molte cose che non andavano a partire dalla mancata presentazione del bilancio. Ci è stato detto che su 500 Fondazioni amministrate, una confusione così non era stata mai trovata: non sono state rispettate regole di base, ci sono stati cambiamenti nel cda non comunicati, le modalità di procedere alle modifiche dello statuto non erano idonee. Le rilevazioni del mio esposto erano corrette, in Regione erano imbarazzati”.



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