Guardia medica pediatrica, la Regione Toscana esclude Siena dal teleconsulto

Delusione tra le associazioni: “Così si tradisce lo spirito della legge sulla continuità assistenziale”

Di Simona Sassetti | 16 Ottobre 2025 alle 16:30

Parte con il piede sbagliato la fase applicativa della legge regionale numero 44 del 2025 sulla Continuità assistenziale pediatrica. La delibera 1417 del 29 settembre, approvata dalla Giunta toscana, esclude la provincia di Siena e ampie aree del territorio regionale dalla sperimentazione del teleconsulto pediatrico, considerato uno dei pilastri della riforma.

Una scelta che ha suscitato forte delusione tra le associazioni promotrici della legge, in particolare nel Comitato “Cuore di Bimbo”, che ne aveva redatto il testo insieme a oltre venti realtà associative, trentacinquemila cittadini firmatari e venticinque consigli comunali.

“La legge è inequivocabile – spiega Andrea Fiori, presidente di Cuore di Bimbo –. Prevede testualmente che, al termine delle sperimentazioni, la Regione debba individuare modalità per garantire la continuità assistenziale pediatrica sull’intero territorio regionale. Parole che non possono essere fraintese”. Il testo normativo, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, nasce da una proposta di iniziativa popolare – la seconda nella storia della Toscana dopo quella sul fine vita – presentata dai consigli comunali di Anghiari, Chitignano, Castiglion Fiorentino e Talla (Arezzo).

La legge introduce la Rete Pediatrica Toscana, la prima in Italia, con l’obiettivo di rendere più efficace e omogenea l’assistenza ai bambini su tutto il territorio regionale.
Prevede una fase sperimentale di sei mesi articolata su due strumenti:

-il teleconsulto pediatrico gestito da pediatri o specializzandi delle aziende sanitarie;

– quattro postazioni di guardia medica pediatrica in presenza, operative nei weekend e nei festivi (una nell’Asl Toscana Centro, una nella Nord Ovest e due nella Sud Est).

Secondo il Comitato Cuore di Bimbo, l’esclusione della provincia di Siena rappresenta un passo indietro per aree già carenti di servizi, come l’Amiata Senese, dove molte famiglie sono costrette nei weekend a rivolgersi ai pronto soccorso o a prestazioni private. Le associazioni hanno già inoltrato una richiesta formale di rettifica alla Regione Toscana, chiedendo il reinserimento delle aree escluse nella sperimentazione. “Non ci fermeremo – conclude Fiori – finché la continuità assistenziale pediatrica non sarà garantita davvero a tutte le famiglie toscane”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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