Per la prima volta il Consorzio Vino Chianti approda in Africa con le proprie aziende. Il 27 gennaio 2026 la denominazione sarà protagonista a Lagos, al Civic Centre, all’interno del Top Italian Wines Roadshow organizzato dal Gambero Rosso: un evento che riunisce pubblico specializzato, stampa, importatori e operatori qualificati del settore vino.
Il Consorzio parte con una delegazione di 13 aziende, che avrà un desk dedicato e circa 30 etichette di Chianti Docg. Una presenza che racconta non solo la forza produttiva della denominazione ma anche la volontà di investire su un mercato emergente.
“È un esordio vero e proprio — sottolinea Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti — e per noi rappresenta un momento strategico: l’Africa è un’area tutta da esplorare, dove il Chianti può crescere con continuità nei prossimi anni.”
A Lagos è prevista anche una masterclass pensata per stampa e operatori locali: sette etichette di Chianti Docg in degustazione, raccontate da Marco Sabellico, curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Il titolo, “A contemporary journey through the great wine lands of Chianti”, punta a far conoscere la modernità di un territorio che unisce tradizione e qualità contemporanea.
“La Nigeria sta scoprendo il vino: lo dicono le statistiche delle importazioni, che vedono la fascia dai 20 ai 40 anni con reddito elevato ed alta scolarizzazione a guidare la domanda – afferma Sabellico. Questo apre ampie prospettive di crescita per il vino italiano, ed in particolare per il Chianti Docg, una delle nostre denominazioni più apprezzate nel mondo. Ma la Nigeria, come tutti i nuovi mercati, richiede presenza e soprattutto formazione e informazione. La sinergia tra Gambero Rosso e il Consorzio del Chianti darà ottimi risultati anche stavolta.”
Per il Consorzio non si tratta di un primo contatto assoluto: nel 2024 erano state organizzate due masterclass esplorative, una proprio a Lagos (Nigeria) e una a Luanda (Angola), senza però la presenza diretta delle aziende. Stavolta il passo è più deciso. “Torniamo dopo aver testato il terreno — continua Busi — e lo facciamo portando con noi le nostre realtà produttive, perché crediamo che la Nigeria rappresenti uno dei mercati africani più interessanti.”
Il contesto, infatti, è particolare: un mercato di nicchia, circa 10 milioni di potenziali consumatori, ma con un potere di spesa molto elevato — tre volte superiore all’area di Milano — e un modo di vivere il vino profondamente diverso da quello europeo. Le bottiglie si stappano a gala, cerimonie, eventi di rappresentanza; la temperatura di servizio non è una barriera culturale; la stagionalità non influisce sui consumi, nemmeno per il rosso. Una modalità di fruizione che apre spazio ai vini identitari come il Chianti, purché raccontati e posizionati nel modo corretto.
“Capire gli usi locali, rispettarli e costruire un dialogo vero con chi importa e con chi consuma: è questo il nostro obiettivo — conclude Busi. Andiamo in Nigeria con entusiasmo e con l’idea di aprire un percorso che possa dare risultati concreti già nel breve termine”.