La Cobas vince la battaglia legale contro l'iscrizione obbligatoria ai fondi di pensione

Il comunicato della Cobas Firenze dopo la vittoria legale contro l'iscrizione obbligatoria ai fondi pensione

Di Redazione | 12 Giugno 2020 alle 17:03

La Cobas vince la battaglia legale contro l'iscrizione obbligatoria ai fondi di pensione

La Cobas di Firenze ha vinto la battaglia legale contro l’iscrizione obbligatoria ai fondi pensione. Questo il loro comunicato:

“Con il nuovo contratto nazionale autoferrotranvieri firmato nel 2015 da FiltCigl, FitCisl, Uiltrasporti, Faisa e Ugl i lavoratori che nel 2007 avevano deciso di non aderire al fondo pensione Priamo si sono trovati comunque iscritti ad esso. Infatti l’art. 32 del Ccnl denominato Welfare stabilisce che “si conviene di istituire per tutti i lavoratori con rapporto di lavoro a tempo indeterminato un contributo mensile […]. Per i lavoratori che alla data del 1 luglio 2017 non risultino iscritti al fondo Priamo tale contributo comporta l’adesione contrattuale degli stessi al Fondo medesimo , senza ulteriori obblighi contributivi anche a carico delle aziende”. In sintesi, questa mossa è servita ad iscrivere forzatamente al fondo Priamo un’intera categoria. E’ dal 2017 che i Cobas hanno iniziato una battaglia per contrastare questa modalità coercitiva di imporre condizioni non condivise dai lavoratori che non avevano intenzione di aderire a fondi previdenziali aziendali. In particolare, Cobas lavoro privato Firenze ha avviato una battaglia legale al fianco dei lavoratori Ataf che si è conclusa con la sentenza, che senza falsa modestia possiamo definire storica, n° 212 del 9 giugno 2020 del Tribunale di Firenze. Poiché i ricorrenti al 1° luglio 2017 avevano manifestato volontà contraria all’iscrizione al fondo Priamo e poiché hanno invece ricevuto a fine anno una lettera di benvenuto dal Fondo stesso, l’iscrizione risulta illegittima. E’ la prima volta che un Tribunale in Italia riconosce la libertà di scelta dei lavoratori rispetto al diritto di non associarsi ad un fondo ed è questione di estrema rilevanza, dal momento che analoghe prospettive sono ormai in previsione per diversi Ccnl, questo per compensare il mancato entusiasmo per la previdenza complementare da parte dei lavoratori che continuano a scegliere di tenere il proprio Tfr in azienda.
E’ con orgoglio, dunque, che rivendichiamo la nostra funzione di Sindacato che si occupa dei diritti dei lavoratori e non di spartirsi percentuali di rappresentanza e gestione, ad esempio, dei fondi privati!”



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