Le monete ritrovate che raccontano le origini di Siena, a Palazzo Sansedoni riemerge il tesoro etrusco di Pietro Piccolomini Clementini

29 monete inedite riportano alla luce il passaggio tra Etruschi e Romani e le radici dell’antica Siena

Di Lorenzo Agnelli | 15 Dicembre 2025 alle 18:30

Un tesoro rimasto nell’ombra per oltre mezzo secolo torna finalmente a parlare alla città. Da domani, 16 dicembre 2025, al 10 gennaio 2026 Palazzo Sansedoni ospita la mostra “Monete etrusche in terra di Siena. Pietro Piccolomini Clementini e il suo Museo”, un viaggio affascinante nelle radici più antiche del territorio senese, tra Etruschi, Roma e nascita dell’identità urbana.

Al centro dell’esposizione c’è una scoperta di straordinaria importanza: una collezione di quasi ottomila monete, custodite dalla Banca Monte dei Paschi di Siena e finora inedite, raccolte tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento da Pietro Piccolomini Clementini, figura colta e appassionata, scomparsa prematuramente nel 1907. La mostra rappresenta il primo appuntamento pubblico di un più ampio progetto di ricerca, nato dalla collaborazione tra Fondazione Monte dei Paschi di Siena e il centro CADMO dell’Università per Stranieri di Siena.

29 monete per raccontare un passaggio storico decisivo

In esposizione un nucleo selezionato di 29 monete etrusche e italiche, restaurate e studiate, capaci di illuminare un momento cruciale della storia antica: il passaggio dal mondo etrusco a quello romano, quando Siena inizia a giocare un ruolo strategico nello scenario dell’Italia preromana.

Era una collezione eccezionale – spiega Jacopo Tabolli, prorettore dell’Università per Stranieri di Siena e curatore della mostra –. Piccolomini non collezionava solo per passione, ma per raccontare le origini di Siena. Attraverso queste monete ripercorriamo una fase di grandi trasformazioni, fatta di scambi, mercati, relazioni politiche e culturali. È anche un racconto della diversità, che la moneta rende visibile”.

La mostra rievoca idealmente l’allestimento del 1924 del Museo Archeologico-Numismatico di Pietro Piccolomini Clementini, un tempo ospitato nel Palazzo del Capitano. Punto di partenza del percorso espositivo è il monetiere ottagonale in legno di noce, riconosciuto in fotografie d’epoca degli anni Venti: secondo le cronache conteneva le prime monete raccolte dal giovane conte. Oggi, tornato protagonista, diventa simbolo di una storia che riemerge.

Una sinergia culturale che guarda al futuro

“Questo progetto nasce dalla volontà di valorizzare l’immenso patrimonio della Banca – sottolinea Laura Bonelli di Vernice Progetti Culturali –. Studiando queste monete abbiamo riscoperto un pezzo fondamentale della storia cittadina. È un lavoro che si inserisce nell’Anno degli Etruschi, con il coinvolgimento anche della Fondazione Musei Senesi, creando una rete culturale solida sul territorio”.

Per la Fondazione Monte dei Paschi di Siena si tratta di un’operazione che unisce memoria e innovazione. “Valorizziamo qualcosa che pochi sapevano esistesse – afferma il presidente Carlo Rossi –. Queste monete, date per scomparse, sono state ritrovate, studiate e oggi restituite alla città. Abbiamo finanziato una borsa di studio e coinvolto l’università in un vero percorso di ricerca e formazione”.

Ricerca che torna alla città

Un valore ribadito anche dal rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari: “Qui la ricerca non resta chiusa negli archivi, ma torna alla comunità. È una filiera cortissima tra chi studia, chi possiede i beni e chi li restituisce al pubblico. Questo patrimonio non parla solo del passato, ma attraversa le generazioni e si connette al presente”.

Una mostra piccola nelle dimensioni, ma grande nel significato, che riporta alla luce un frammento fondamentale della storia senese e restituisce alla città le sue monete, e con esse, le proprie origini.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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