Lupi in aumento: nessuna immissione clandestina, troppo cibo e clima temperato

A Siena Tv Federico Morimando tecnico faunistico naturalista, che da anni si occupa della fauna selvatica e anche di lupi

Di Redazione | 20 Marzo 2024 alle 17:30

C’è curiosità ma anche paura. Due sentimenti scatenati nei cittadini dalla presenza ormai constante e continua del lupo.

“Il rapporto uomo – lupo è sempre stato caratterizzato da amore e odio – ha spiegato Federico Morimando tecnico faunistico naturalista che da anni si occupa della fauna selvatica e anche di lupi – è quello che emerge ogni volta che vengo chiamato per un incontro pubblico su questo argomento”.

Sono sempre più frequenti gli avvistamenti in pieno giorno di animali solitari o di branchi composti da diverse unità che attraversano strade trafficate e non sembrano temere la presenza di uomini e rumori tipici delle città. Cosa è cambiato, perché il lupo si avvicina così tanto?

“Il lupo non vive nei boschi dell’Appennino perché ama vivere in certe zone, il lupo si adatta facilmente. Un tempo se ne stava confinato e usciva prevalentemente di notte perché aveva paura dell’uomo che lo cacciava. Non esiste una zona vocata al lupo più di un altra. Dagli anni Settanta quando fu deciso il divieto di uccisione dei lupi perché in via di estinzione, le cose sono molto cambiate”.

Qual’è la spiegazione dell’aumento della popolazione dei lupi? Ci sono stati ripopolamenti legali o illegali che Lei sappia?

“Nessun ripopolamento o “lancio” segreto di soggetti, semplicemente in trenta, quaranta anni, il lupo ha smesso di avere paura dell’uomo e ha seguito la selvaggina, in prevalenza ungulati, che non sono mai stati gestiti e quindi sono aumentati. Va aggiunto che il clima è cambiato, non ci sono inverni rigidi con mancanza di cibo e questo ha permesso agli animali di ogni genere, di riprodursi più facilmente”.

Ci sono altri motivi per cui si avvicinano alle città?

“Gli ungulati si spingono verso i centri urbani perché si sentono più sicuri dalla predazione e dai cacciatori e trovano cibo in abbondanza, i lupi come caratteristica hanno quella della dispersione dei branchi ogni due anni circa, ed ecco che ne vediamo tanti in giro per le campagne”.

Il 25 di marzo il Consiglio dei Ministri Europeo dovrà valutare se modificare lo Status del lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”. Cosa cambierebbe

“Permetterebbe di poter metter in campo azioni diverse come catture e abbattimenti in casi particolari. Ad oggi, con con la Convenzione di Berna del 1979 e la Direttiva Habitat dell’Ue del 1992, possiamo limitarci solo al monitoraggio e al censimento”.

Diamo qualche indicazione pratica, come si fa a distinguere l’impronta lasciata sul terreno da un lupo piuttosto che da un cane?

“Le orme sono diverse. Quella lasciata da un lupo ha la dimensione di un grosso cane da guardiania, è allungata e ovale, inoltre le due dita della zampa anteriore sono unite da un ponte carnoso. La zampa del cane invece lascia un segno tondeggiante e le dita sono separate”.



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