Matilde Giotti in campo nell'incontro giovanile prima della partita delle Azzurre

Di Redazione | 1 Febbraio 2018 alle 9:46

Matilde Giotti in campo nell'incontro giovanile prima della partita delle Azzurre

La Senese classe 2002 vive a Poggibonsi ed è un’astro nascente della disciplina sportiva

Matilde Giotti, giovanissima rugbista senese classe 2002 vive a Poggibonsi, studia a Colle Val d’Elsa, e anche se è la più giovane delle atlete della Sezione Rugby del CUS Siena, ha tutta la grinta, la costanza e la determinazione che servono per allenarsi al Sabbione insieme a “Le Cittine”, la squadra femminile seniores della nostra Città, e per fare, come tante sue coetanee di altre province, chilometri e chilometri su e giù per la Toscana, per allenarsi e giocare insieme, pur di vivere appieno questo sport.

Uno sport, il rugby che è anche una scelta di vita. E Matilde lo sa bene, come bene lo sanno babbo Massimo e mamma Simona, sempre presenti per seguirla in allenamenti e partite. Una scelta fatta di sacrificio, disciplina, allenamento, di sudore e fatica, ma anche di soddisfazione. E Matilde, convocata nella selezione toscana per il Torneo interregionale U16 che si terrà a Reggio Emilia in occasione di Italia – Inghilterra, match d’esordio del Women Six Nations 2018, di soddisfazioni ne sta dando tante alla famiglia del rugby cittadino, portandone alti i colori e permettendo di puntare i riflettori sul movimento femminile della palla ovale senese.

Un movimento che, se da una parte si presenta con una squadra seniores ormai strutturata, in crescita nei numeri e nei risultati, e con l’ambizione di provare a costruire un futuro prossimo in cui ci si possa confrontare anche con il Rugby XV e la serie A, dall’altra parte – quella delle ragazzine e delle bambine che vogliono giocare a rugby – risente ancora di alcune difficoltà e problematiche, da quelle legate ai pregiudizi e alla diffidenza verso una realtà pensata spesso – anche dalle stesse donne – solo al maschile, a quelle solo apparentemente più banali, come può essere la gestione logistica degli spogliatoi quando si presenta al campo una bambina che vuole giocare.

Difficoltà che, grazie al lavoro costante di tutta la società cussina, dai dirigenti alle atlete, passando per uno staff tecnico a cui spetta il merito di aver dato a questo gruppo prima di tutto fiducia nelle proprie capacità e voglia di superare i propri limiti, si trasformano in stimoli e nuove sfide, perché l’esperienza di Matilde e di tutte le ragazze che vorranno avvicinarsi a questo sport possa essere sempre più gratificante e all’altezza dei loro sogni e delle loro aspettative.

E se il sorriso di Matilde è riuscito più di mille parole a spiegare quello che il rugby può rappresentare per una donna, per una ragazza e per una bambina, non resta che venire a provare. Per raccontare queste immagini di Matilde bastano in effetti poche parole: avanzare finché si può con il sostegno delle proprie compagne, andare a terra con la faccia nella sabbia e poi rialzarsi con il sorriso, pronta a farlo e rifarlo ancora. E così, semplicemente, si svela tutta l’essenza di questo sport e di chi lo ama e lo vive così tanto che basta giocarci per essere felice.



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