Matrimoni falsi a Chiusi: servivano per il permesso di soggiorno

Sgominata l'organizzazione con a capo un tunisino 40enne che chiedeva 10mila euro per le nozze fittizie.

Di Redazione | 15 Ottobre 2025 alle 20:44

Matrimoni falsi a Chiusi: servivano per il permesso di soggiorno

Si chiudono le indagini preliminari della Procura di Perugia su un’articolata associazione a delinquere che lucrava sull’immigrazione, organizzando falsi matrimoni per garantire il permesso di soggiorno a cittadini stranieri. Il prezzo per queste unioni fittizie? Oltre diecimila euro a “pratica”. Tredici persone risultano coinvolte a vario titolo nel sodalizio criminale.

L’operazione, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto, ha portato alla luce un vero e proprio sistema attivo tra le province di Terni, Perugia e Siena. L’accusa per gli indagati è pesante: associazione per delinquere finalizzata a reati in materia di immigrazione, in aggiunta a falsità ideologica in atto pubblico, in quanto le pubblicazioni di matrimonio venivano richieste in totale assenza della cosiddetta affectio coniugalis (l’intenzione reale di costituire un rapporto coniugale).

I membri dell’organizzazione si occupavano di tutto: dal favorire l’ingresso in Italia degli stranieri (spesso già clandestini in Francia), al fornire loro alloggio e assistenza. Il passo successivo era l’organizzazione delle nozze con cittadini italiani compiacenti, i quali, in cambio di denaro, dichiaravano falsamente la volontà di un rapporto stabile.

Il tariffario, che superava i 10.000 euro, veniva saldato in parte in contanti e in parte tramite bonifici frazionati di importo inferiore ai mille euro. Questi trasferimenti, effettuati attraverso canali internazionali come Western Union, RIA e MoneyGram, erano un chiaro tentativo di eludere il tracciamento da parte delle autorità.

Le indagini hanno già identificato sette cittadini maghrebini che hanno beneficiato del sistema. Le cerimonie venivano celebrate nei Comuni di Chiusi (SI) e Fabro (TR).

Per quanto riguarda le misure cautelari, è stato disposto l’arresto in carcere per un 40enne tunisino residente nelle Marche, ritenuto un elemento chiave. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per tre donne e un uomo, tra i 25 e i 43 anni, dimoranti tra le province di Terni e Siena.

Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, i coinvolti e i loro legali avranno ora la possibilità di presentare la propria linea difensiva.



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