Maxi perizia David Rossi, resta il mistero su nove ferite. "Istigazione al suicidio? Agonizzante per 20 minuti, poteva essere salvato"

Gli accertamenti non riescono a spiegare l'origine di alcune lesività, non provocate dalla caduta, che Rossi si sarebbe provocato tra le 18 e le 20: "Le lesioni riscontrate potrebbero aver costituito una minaccia e messo in condizione Rossi di compiere un gesto estremo". Possibile indagine per istigazione al suicidio

Di Redazione | 19 Luglio 2022 alle 17:00

Maxi perizia David Rossi, resta il mistero su nove ferite. "Istigazione al suicidio? Agonizzante per 20 minuti, poteva essere salvato"

“David Rossi poteva essere salvato: il mancato soccorso e la prolungata agonia gli hanno tolto chance di sopravvivenza, non aveva subito emorragie interne fatali”. Ad affermarlo è il dottor Roberto Testi, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Città di Torino , nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati della maxi perizia sulla morte dell’ex capo comunicazione Mps, fatti eseguire dalla Commissione parlamentare di inchiesta. Rossi sarebbe stato ucciso da “un combinato trauma poli distrettuale ma anche per una bronco aspirazione ematica massiva”, con la prolungata agonia, senza che nessuno lo soccorresse, “che ha portato i polmoni a riempirsi di sangue. In precedenza, il comandante del Ris Sergio Schiavone ha determinato come l’ipotesi più compatibile rilevata dai complessi accertamenti sia quello del suicidio, con Rossi che si è lasciato cadere nel vuoto, tesi che collimerebbe col tipo di precipitazione riscontrata.

Una importante parte della conferenza di presentazione è stata dedicata al comparto medico legale, infatti alcuni dei quesiti della commissione riguardavano la compatibilità della natura delle lesioni sul corpo con la caduta e la possibilità o meno che Rossi fosse cosciente al momento della precipitazione. Il medico legale intervenuto ha affermato come quelle analizzate, attraverso autopsie e materiale biologico,  fossero “lesività tipiche di una persona cosciente”. “Rossi – spiega – mette gambe tese a protezione dell’impatto e ha stimoli neurovegetativi, non è mai stato stordito o narcotizzato prima, come emerge dagli esami tossicologici. E abbiamo verificato dalle fratture tibiali l’appoggio con i talloni in dorso flessione”.

Resta il mistero legato a 9 lesioni non riconducibili alla caduta, riscontrate allo zigomo sinistro, alla bozza frontale destra, alla pinna laterale sinistra e all’emi labbro sinistro: “Alcune lesioni non sono da risalire a un urto col suolo – ammette il medico legale – alcune sono di più incerta attribuzione, quelle sul braccio e avambraccio, sono di tipo escoriativo, provocate da strusciamento e compressione, non legate ad urto, non mai ha urtato il volto”. Ferite che nel pomeriggio, intorno alle 18, Rossi non presentava, da qui l’ipotesi che sia accaduto qualcosa tra le 18 e le 20, prima del presunto suicidio. Secondo i medici legali, causa il mancato sanguinamento, le ferite sono “retrodatabili e pur non avendo capacità di analizzarle microscopicamente, possiamo dire che non possono andare oltre le 12, 24 ore precedenti la caduta. Possiamo escludere che siano auto inferte, magari accidentali”. Per quanto riguarda le lesioni al fegato queste sarebbero invece compatibili con la caduta, mentre le ferite al polso sinistro “non si può escludere che siano dovute all’urto del braccio a terra quando il corpo assume la posizione di quiete. Tuttavia non possiamo escludere in termini scientifici che una compressione violenta con un movimento di afferramento e rotazione possa aver dato lo stesso tipo di impronta” hanno concluso.

Le ferite non provocate dalla caduta rappresentano il principale dubbio emerso dalla maxi perizia che in ogni caso accredita il suicidio come la pista più credibile. “Le lesioni riscontrate potrebbero aver costituito una minaccia e messo in condizione Rossi di compiere un gesto estremo – ha affermato il presidente della Commissione di inchiesta Zanettin – quindi c’è la possibilità che ci sia l’istigazione al suicidio. Alla luce di queste relazioni sono maturati delle ulteriori ipotesi di investigazione interessanti che contengono, a nostro giudizio, altri sviluppi investigativi che invieremo sia alla procura di Genova che a quella di Siena”.

 

 

 



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