Michelotti (Fdi) a Siena Tv: "Rappuoli? Il Biotecnopolo non è cosa sua ma è dell'Italia"

Francesco Michelotti, deputato FdI ospite a Sette giorni: "Basta con la stagione del dateci i soldi, poi si vedrà"

Di Simona Sassetti | 30 Marzo 2024 alle 21:30

“Rino Rappuoli che dice «o mi fate iniziare o meno vado» non sta lanciando un messaggio eticamente bellissimo, perché lui così ha dato un ultimatum alla nazione mentre è al servizio dell’Italia con le sue competenze e professionalità. Non è cosa sua il Biotecnopolo. O forse qualcuno pensava che lo fosse? Il centro anti pandemico è dell’Italia, i soldi che sono impiegati sono soldi pubblici, soldi nostri. Bisogna che Rappuoli capisca che siamo in una stagione diversa da quando venivano dati i soldi a pioggia, ora arrivano solo previa presentazione di un progetto”. Senza giri di parole il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, ospite di Sette Giorni, attacca lo scienziato, fra i massimi esperti mondiali di vaccini, che un mese fa dichiarò di aver perso la pazienza sul Biotecnopolo. “L’amore per Siena non basterà a trattenermi se dovesse prolungarsi un limbo che dura da 18 mesi” disse (QUI L’INTERVISTA). Per il deputato di Fdi lo scienziato sbaglia a lanciare ultimatum e sul quaranta per cento di fondi in meno (ovvero un taglio da 135 milioni) afferma che non sono uno schiaffo del Governo, ma sono solo “strumentalizzazioni del Pd”. “Il Governo ha solo sospeso una parte di questi fondi in attesa della presentazione dei progetti. E’ finita la stagione in cui si diceva dateci i soldi e poi si vedrà. Non ce la possiamo più permettere. Il Governo mantiene i 200 milioni per iniziare, chiedere prima i soldi non è più possibile”.

Michelotti quindi ci sono o non ci sono certezze su questo progetto a Siena?

“Io chiedo prima certezze su Tls, a cosa sono correlate queste perdite di svariati milioni di euro? Quindi con Tls socio fondatore del Biotecnopolo e con un Governo che non si può permettere di dare soldi a caso, le certezze ad oggi sono i 200 milioni. Il Biotecnopolo rimane a Siena”.

Andando in ordine, il Pd, il presidente della Provincia, il presidente della Regione Eugenio Giani e anche la Cgil di Siena definiscono questo taglio del 40% dei fondi un danno prima di tutto a Siena..

“Sono tutte medaglie al petto questi attacchi, loro hanno contribuito al fallimento di Tls, e noi ora bisogna fare chiarezza su Tls. Non possiamo più dire dateci i soldi, questi sono soldi pubblici”.

Scontro anche sulla vendita azioni Mps..

“Su Mps il Pd dovrebbe riflettere e tacere. Se lo Stato è entrato nel capitale della banca è perché qualcuno quella banca l’ha distrutta. Dire che svendiamo la banca è impensabile. Noi siamo obbligati dall’Unione Europea”

Ipotizzando un’uscita totale dello Stato dalla banca (adesso con meno del 30%) come sarà possibile mantenere la direzione generale della banca a Siena?

“Ci sono le condizioni per provare a creare il terzo polo bancario, lo stato potrebbe non uscire del tutto, potrebbe mantenere una quota del 20%. Non si può su Mps parlare solo a colpi di slogan”

Cambiamo argomento, le amministrative. Andrea Valenti (segretario provinciale del Pd) le dà ragione dicendo che tutti i comuni adesso sono contendibili. Per lui la sfida più interessante è Colle Val d’Elsa, per lei?

“Per me Montepulciano e Sinalunga sono le sfida più interessanti. Mentre a Colle val d’Elsa siamo partiti per ultimi ma anche a Siena partimmo per ultimi”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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