Di fronte alla devastazione umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, il cardinale Augusto Paolo Lojudice ha lanciato un appello accorato: non si può più restare in silenzio davanti all’uccisione di civili, alla sofferenza dei bambini, alla distruzione di luoghi sacri.
Il suo messaggio è un atto di denuncia morale contro una guerra che ha superato ogni limite di giustificazione. In questa prospettiva si inserisce l’intervento del rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, che raccoglie l’appello del cardinale e ribadisce il ruolo dell’università come spazio di coscienza critica, impegno civile e difesa della dignità umana.
“Ho molto apprezzato le sue parole, le ho trovate coraggiosa e vere. Ho ritrovato la lingua del Vangelo, quella che dice sì sì, no no. Siamo molto fortunati ad avere a Siena una figura come il cardinale Lojudice e gli sono personalmente molto grato.
Io non amo le bandiere, perché rappresentano i nazionalismi, però in questo momento sento che, se siamo umani, siamo palestinesi. Quello che succede a Gaza è un genocidio. La nostra università, nel suo statuto, afferma di voler contribuire alla convivenza pacifica tra i popoli attraverso la conoscenza reciproca. È quello che facciamo. Può sembrare poco rispetto a quello che accade, ma credo sia la via più duratura per impedire agli esseri umani di continuare a scannarsi: riconoscerci tutti come esseri umani. È proprio quello che oggi non riusciamo più a fare, noi occidentali, davanti a Gaza. Li vediamo come diversi da noi. Ma se li sentissimo davvero come fratelli, come nostri simili, dovremmo insorgere di fronte a ciò che viene loro inflitto”.
