Monticchiello, cala il sipario sulla 59ª edizione del Teatro Povero: “La Casa Silente” conquista il pubblico e lancia un messaggio di pace

Un’edizione da tutto esaurito che si chiude tra l’incendio del magazzino scenico, il coraggio della comunità in scena e il saluto finale con la bandiera della Palestina

Di Lorenzo Agnelli | 19 Agosto 2025 alle 9:00

Monticchiello, cala il sipario sulla 59ª edizione del Teatro Povero: “La Casa Silente” conquista il pubblico e lancia un messaggio di pace

La notte del 14 agosto, in una piazza gremita e sospesa tra emozione e commozione, “La Casa Silente” ha salutato il suo pubblico, chiudendo la 59ª edizione del Teatro Povero di Monticchiello. Una stagione di repliche sempre sold out, che ha confermato ancora una volta la forza di un rito collettivo unico, capace di trasformare la vita di una comunità in racconto scenico, memoria condivisa e visione del futuro.

Eppure, questa edizione non si è congedata senza dolore. Poche ore prima dell’ultima replica, un fulmine ha colpito il magazzino delle scenografie, provocando un incendio che ha divorato decenni di memoria teatrale. Ma nonostante la ferita, nonostante la perdita, Monticchiello è salito in scena: orgoglioso, scosso, ma determinato a non arrendersi.

“La Casa Silente”, firmata da Gianpiero Giglioni e Manfredi Rutelli, ha messo in scena un futuro distopico in cui il potere appartiene a pochi, i bambini sono quasi estinti e i borghi trasformati in scenografie di lusso per un turismo che consuma e svuota. Dove la comunità si spegne sotto il controllo ossessivo di una casta. Un racconto che echeggia il respiro orwelliano di 1984, e che sul palco ha preso vita con intensità crescente, senza cali di tensione, in un crescendo che ha lasciato negli spettatori un brivido sottile: la paura che quel futuro non sia così lontano.

Il saluto con la bandiera della Palestina

A rendere indimenticabile il finale è stato il gesto degli attori che, tra applausi scroscianti, hanno mostrato la bandiera della Palestina. Un segno di solidarietà e di pace che ha attraversato la piazza come un grido silenzioso, unendosi al filo rosso di questa edizione: la resistenza, la dignità, il coraggio di una comunità che continua a farsi teatro.

Verso il 60° autodramma

Ora Monticchiello guarda avanti. Nel 2026 arriverà il 60° autodramma: un traguardo che si preannuncia solenne e vibrante, come ogni volta che la vita di un paese diventa spettacolo corale. Intanto, resta l’eco di quest’ultimo applauso, fragile e potente, che ancora risuona tra le pietre antiche: perché il Teatro Povero non è mai solo rappresentazione, ma memoria viva, che arde anche quando le fiamme sembrano spegnerla.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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