“A differenza della mia esperienza alla Banca Agricola Mantovana, dove ogni ingresso era registrato con tornelli e badge, a Siena non era così”. È la rivelazione di Daniele Bigi, già dirigente del Monte dei Paschi di Siena, durante la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex capo comunicazione di MPS precipitato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013. “Vennero installati ad un certo punto, ci dotarono di badge, ma dopo poche settimane smantellarono tutto. Una scelta che non seppi mai spiegarmi”, ha spiegato l’ex dirigente. Poi un episodio rivelatore: “Una volta mi capitò di fermare un pensionato che girava tranquillamente nel nostro reparto al sesto piano. Mi disse che era passato a salutare qualche collega. Mi lasciò perplesso, perché lì si trattavano documenti delicati e temevo sempre potessero finire sotto occhi sbagliati”.
Della particolare gestione degli accessi ha parlato anche Elena Bonini, anche lei ascoltata oggi, che all’epoca era dipendente di Ernst & Young. “Io accedevo dal portone principale, passavo i tornelli, ma ai tempi non credo ancora fossero stati attivati i badge. Si passava semplicemente da questi tornelli, prendevo l’ascensore e poi salivo”.
Sui rapporti con Rossi entrambi hanno evidenziato come non ci fosse una conoscenza diretta. “Non lo conoscevo personalmente – ha raccontato Bigi -, anche se lavoravamo nello stesso edificio: lo incrociavo solo talvolta passando in auto e lo salutavo, ma lui rispondeva raramente. Mi parve una persona molto riservata”. Anche Elena Bonini, che ha seguito per anni il bilancio MPS, ha detto: “Non ho mai parlato direttamente con David Rossi, né con suoi collaboratori. Le interlocuzioni erano con l’ufficio contabilità, pianificazione e controllo di gestione. Non ricordo che quell’area fosse oggetto di attività straordinarie dopo la sua morte”.