Morte di David Rossi, Goracci in Commissione: la valigetta resta tema “secretato”

Il legale della famiglia si riserva di parlare della valigetta solo a porte chiuse davanti alla Commissione d'inchiesta

Di Simona Sassetti | 28 Ottobre 2025 alle 14:00

La Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi ha ascoltato l’avvocato Luca Goracci, già legale della famiglia, per approfondire alcuni aspetti fin qui poco chiariti dell’indagine.
Tra le domande poste dai commissari, quella sulla “valigetta” emersa anni fa in una puntata de Le Iene, quando lo stesso Goracci aveva raccontato di essere stato avvicinato da un uomo che si era presentato come testimone della notte del 6 marzo 2013. In quell’occasione, il legale aveva riferito che quest’uomo gli avrebbe confidato di essere arrivato nel vicolo di Monte Pio pochi istanti dopo la caduta di Rossi, di aver riconosciuto il corpo riverso a terra e di essere stato poi aggredito da più persone, sostenendo addirittura che fossero stati esplosi colpi d’arma da fuoco con silenziatore. In quel racconto, il punto più enigmatico riguardava proprio una valigetta che, secondo il presunto testimone, Rossi avrebbe avuto con sé e che avrebbe contenuto denaro o documenti sensibili. Un elemento che, nel tempo, ha alimentato interrogativi e ipotesi su possibili pressioni o ricatti.

Durante l’audizione odierna, alla richiesta di chiarimenti su quella valigetta e sulle informazioni ricevute, Goracci ha però chiesto di non rispondere in seduta pubblica, dichiarando la necessità di illustrare i contenuti solo in modalità riservata. La Commissione ha quindi disposto il passaggio in seduta segreta per affrontare la parte considerata sensibile della testimonianza, sospendendo i collegamenti pubblici.
Resta dunque affidata alla parte secretata la risposta a una delle domande più controverse e mai risolte nel caso Rossi: che fine ha fatto la valigetta e cosa conteneva davvero?

Rispondendo alle prime domande dei commissari, l’avvocato ha precisato inoltre di non avere avuto rapporti personali significativi con David Rossi: “Lo conoscevo solo di vista. Ci incontravamo per le scale dell’immobile in cui abita il cognato di Rossi, un semplice scambio di buongiorno e buonasera”. Fu proprio l’amicizia con il fratello della vedova, Antonella Tognazzi, a condurre all’incarico professionale. “Inizialmente la mia assistenza riguarda aspetti giuslavoristici, perché mi occupo prevalentemente di diritto del lavoro – spiega – . Solo in seguito, con gli sviluppi processuali e la visione degli atti dopo la prima richiesta di archiviazione, il mio coinvolgimento è cambiato”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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