Mps: faccia a faccia senza risultati al Mef

Istituzioni al ministero per parlare della banca, ma la situazione non cambia

Di Redazione | 29 Dicembre 2020 alle 20:52

“Un incontro interlocutorio”. La trasferta romana degli ambasciatori toscani per fare il punto su Mps si è conclusa con un nulla di fatto. Da una parte il territorio, rappresentato dal sindaco, Luigi De Mossi, dal presidente della Provincia, Silvio Franceschelli, da Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps, e da Eugenio Giani, presidente della Regione; dall’altra, i tecnici del ministero di Economia e Finanza. Una sfida impari già in partenza, con il Tesoro che forte del 64% del patrimonio azionario di Rocca Salimbeni, avrà comunque l’ultima parola sulle sorti dell’istituto di credito, Bce permettendo. Realtà ben nota a Franceschelli, che ha descritto così il faccia a faccia: “Siamo consapevoli che rispetto al passato è lo Stato ad avere potere decisionale. Quindi, loro più che altro hanno preso nota”. Messe da parte aspettative e speranze sin dall’imbocco sull’A1, gli emissari hanno puntato sulla compattezza, facendo leva sul legame tra Banca e territorio. “E’ stato un incontro di ascolto delle nostre istanze – ha spiegato il presidente provinciale -. Noi abbiamo presentato le nostre preoccupazioni per un presidio che è fondamentale per Siena quanto per la regione, e su più livelli”. Ragioni che viste da Roma rischiano di apparire poco convincenti, soprattutto perché attorno a Mps si giocano tante partite: e non tutte all’interno dei confini nazionali. Tanto che, al momento, non è stato fissato un altro confronto per fare di nuovo il punto della situazione: “Siamo rimasti che sarà mantenuto un canale tra istituzioni e ministero”. Più interlocutorio di così.



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